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L’intervento

Littizzetto a Bergamo: “Vedo una suora, sto zitta sennò mi scrivono su fb”

Esordisce all’insegna dell’ironia Luciana Littizzetto prendendo parte a “Mi accolgo, ti accolgo”, incontro a conclusione di un progetto promosso da Comune di Bergamo, Asl e diversi enti del territorio sul tema dell’affido. Nell’occasione e alla presenza della figlia in affido, Vanessa, l’attrice e comica ha raccontato la propria testimonianza nel prendersi cura dei suoi due figli, entrati nella sua vita proprio con un percorso di affido.

Luciana Littizzetto arriva a Bergamo e non manca di dedicare qualche battuta ironica alla querelle avuta con le suore di clausura di Napoli, nata dopo lo humor con cui l’attrice e comica ha commentato l’"assalto" al Papa nel capoluogo partenopeo.

Indicando la scalinata di fronte al palcoscenico dell’auditorium di piazza della Libertà a Bergamo, all’inzizio del suo intervento ha scherzato: “Mi sembra di vedere una suora che scende le scale là di fronte, non posso dire niente, poi magari mi scrivono su Facebook”.

Ma l’incontro non era dedicato alle battute e alla satira: infatti, entrando nel vivo dell’iniziativa l’atmosfera è divenuta più intensa, affrontano un tema delicato come quello dell’affido. L’occasione è stato “Mi accolgo, ti accolgo”, pomeriggio a conclusione dell’omonimo progetto promosso negli ultimi due anni da Comune di Bergamo, Asl e diversi enti del territorio sul tema dell’accoglienza temporanea di bambini e ragazzi con famiglie in difficoltà.

Luciana Littizzetto ha raccontato la propria storia personale con lo stile che la distingue, abbinando leggerezza, umanità e profondità: lo ha fatto con tanta delicatezza senza far mancare un pizzico di umorismo. A prendere parte all’iniziativa un folto pubblico, nel quale spiccavano l’assessore alla coesione sociale Maria Carolina Marchesi, il direttore sociale dell’Asl di Bergamo Franceso Locati, la responsabile del progetto Laura Fumagalli e, "nascosta" tra i presenti, Vanessa, la figlia in affido di Luciana Littizzetto. E non sono mancati i saluti del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Entrando nel vivo della propria testimonianza, Luciana Littizzetto ha dichiarato: “Solitamente non parlo in pubblico di un argomento delicato e personale come quello della scelta di intraprendere il percorso dell’affido di Vanessa e Giordan, i miei due ‘balenghi’, che per me sono veri e propri figli. In questa occasione, considerando il carattere sociale dell’iniziativa, ho deciso di parlarne: la motivazione che più di altre mi ha spinto a cimentarmi in questa esperienza è stata la possibilità di fare qualcosa per gli altri senza dover chiedere niente in cambio. L’opprotunità di aiutare qualcuno che si trovasse in difficoltà. Non mi interessavano il colore della pelle o il paese di provenienza, l’unica difficoltà sarebbe stata se si fosse trattato di bambini che in passato fosero stati vittime di abusi, perché avrei avuto paura di non riuscire a gestire una situazione così delicata. Per quanto riguarda l’età, invece, mi sentivo maggiormente predisposta a crescere un ragazzino che fosse già abbastanza grande, nonostante molte eprsone attorno a me fossero a dir poco scettiche. Animata da una motivazione sociale, considerando la disponibilità economica e di cuore, sulla scia di una precedente esperienza dell’accoglienza di una bambina di Chernobyl, insieme al mio compagno, ho cominciato l’iter dell’affido. A un certo punto, è emersa la possibilità di accogliere non uno ma due bambini, fratello e sorella, in modo da non separarli. Da lì è cominciata la nostra avventura insieme”.

Un percorso non facile, ma molto arricchente da un punto di vista umano. Littizzetto prosgue: “L’esigenza più importante per questi bambini è la normalità, non hanno bisogno di cose eccezionali ma di qualcuno che si prende cura di loro, consapevole della presenza della famiglia d’origine. Ed è un’esperienza importante, che apre le menti e ci rende più generosi verso l’altro, anche diverso da noi”.

Infine, l’attrice conclude: “Sicuramente le difficoltà non mancano, come accade in tutte le famiglie e con tutti i figli, naturali o meno: è un percorso tostissimo e bellissimo. Sicuramente è necessario fare qualche sacrificio, ad esempio, io non effettuo più tournée e quando mi contattano per film e fiction chiedo che le scene vengano girate a Torino, in modo che non debba recarmi in altre città; in alternativa, mi sposto senza stare troppo fuori casa, facendo avanti e indietro, oppure porto i miei figli con me. Una cosa, però, è certa: le difficoltà incontrate, le varie burrasche e le mareggiate, screzi e litigi, spariscono di fronte alla soddisfazione che si prova vedendo crescere i propri ragazzi”.

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