Le banche popolari più grandi dovranno trasformarsi in Spa. Con il via libera definitivo del Senato, avvenuto martedì 24 marzo, nel quale il governo ha incassato la fiducia con 155 sì e 92 no, diventa legge la riforma della governance targata Renzi-Padoan, che impone agli istituti che superano la soglia degli 8 miliardi di attivi di diventare società per azioni. Le banche interessante da questa riforma sono: Banco Popolare; Ubi banca; Bper Banca popolare dell’Emilia Romagna; Banca popolare di Milano; Popolare di Vicenza; Popolare del Veneto; Popolare di Sondrio; Credito Valtellinese; Popolare dell’Etruria; Popolare di Bari. Da aprile potrebbe aggiungersi anche, come undicesimo, l’istituto che nascerà dalla fusione tra Volksbank dell’Alto Adige e Popolare di Marostica.
Ora bisognerà attendere le regole operative che Bankitalia deve stabilire per far scattare le trasformazioni. Anche se molti istituti di credito hanno annunciato l’intenzione di convocare le assemblee straordinarie già prima dell’estate, nonostante le norme concedano 18 mesi (ormai 16) per completare l’operazione. Ecco le misure del decreto.
SPA CON TETTO ANTI-SCALATA
E’ l’unica correzione introdotta alla riforma delle popolari, con cui si elimina il voto capitario (una testa un voto). Gli istituti nella stessa assemblea che varerà la trasformazione in Spa, potranno introdurre un limite all’esercizio del diritto di voto in assemblea almeno del 5%. Il tetto introdotto con questa maggioranza potrà essere esercitato fino a 24 mesi.
PORTABILITÀ CONTO CORRENTE
I conti andranno trasferiti senza costi per i clienti entro 12 giorni lavorativi, pena multe salate, da 5mila a 64mila euro per i dirigenti, ma anche i dipendenti, delle banche inadempienti. Le norme sono valide anche per spostare conti titoli. Previsti indennizzi per i ritardi, che saranno quantificati dal Mef.
JANNONE: ORGOGLIOSO DELLA RIFORMA
"Non posso non essere orgoglioso dell’approvazione di una legge che ricalca integralmente i disegni di legge di cui sono stato primo firmatario per diverse legislature. Ora mi aspetto che non ci siano forzature di comodo nei tempi e nei modi di approvazione delle modifiche statutarie, soprattutto da parte di Ubi Banca. Come sempre vigilerò e credo si sia capito che sappiamo essere efficaci" dichiara Giorgio Jannone, presidente dell’Associazione Azionisti Ubi Banca.
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