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Italcementi

Il coraggio di osare L’arcVision alla giovane svizzera Angela Deuber fotogallery

È Angela Deuber la vincitrice della terza edizione dell'arcVision Prize - Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi Group. Il premio speciale WE-Women for Expo a Paula Nascimento, progettista del Padiglione dell’Angola a Expo 2015.

Il coraggio di osare. Per una donna è una sfida in tutti i sensi. Soprattutto in un settore come quello delle costruzioni, da millenni relegato agli uomini. Sarà anche per questo motivo che l’arcVision Prize – Women and Architecture è unico, un premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi Group, quinto gruppo cementifero al mondo che ha osato crearlo. La terza edizione di questo premio vede attribuito il massimo riconoscimento a Angela Deuber, classe 1975, architetto svizzero con la motivazione: "Riconosciamo nel suo lavoro nuove direzioni per l’architettura che al tempo stesso condensano con successo gli aspetti importanti per la ricerca strutturale della costruzione e dell’uso dei materiali, insieme al coinvolgimento e all’impegno per un decisivo ruolo sociale delle donne architetto”.

La cerimonia di premiazione è avvenuta venerdì 6 marzo in i.lab, il centro ricerca e innovazione di Italcementi a Bergamo. Se l’emozione era la caratteristica di questo premio tutto al femminile nelle passate edizioni, con questa terza edizione si apre una fase nuova dove la consapevolezza della meraviglia di quanto le donne siano impegnate in questo settore e con importanti risultati.

A scegliere la vincitrice tra le 21 candidate provenienti da 16 Paesi dei cinque continenti è stata una Giuria composta da: Shaikha Al Maskari (membro del Consiglio Direttivo dell’Arab International Women’s Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Odile Decq (titolare dello studio di architettura Odile Decq), Yvonne Farrell (socia fondatrice dello studio di architettura Grafton Architects) Louisa Hutton (socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Mani Ratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Benedetta Tagliabue (titolare dello studio Miralles Tagliabue EMBT), Martha Thorne (direttore Pritzker Prize, il “Nobel” dell’architettura).

L’arcVision Prize, in linea con la visione imprenditoriale di Italcementi, si pone l’obiettivo di sottolineare idee e progetti con una forte impronta di innovazione e funzionalità, che siano al contempo sostenibili e socialmente significativi. Un accento sulla visione ‘femminile’ dell’architettura, al fine di rigenerare e progettare le architetture esistenti e future.

CARLO PESENTI: "LA BUONA ARCHITETTURA"

"Nell’anno in cui Milano ospita l’Esposizione Universale – afferma Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italcementi – arcVision Prize ha voluto coinvolgere nella terza edizione del proprio premio di Architettura le Ambassador di WE-Women for Expo, nella convinzione che la “buona architettura” sia fatta di capacità creative e tecniche, ma anche di immaginazione, di sentimenti, di cuore. Qualità che le donne sanno esaltare, riempiendo di significato e di sensibilità la loro attività quotidiana, che sia essa recitare, fare sport, guidare un’impresa o progettare un nuovo edificio".

"L’arcVision Prize – prosegue Pesenti – vuole premiare idee e progetti innovativi, sostenibili e sociali, orientati alla bellezza e alla funzionalità del costruire e dell’abitare. Il premio vuole portare in primo piano quella visione ‘femminile’ dell’architettura capace di coniugare tecnologia e ambiente, materiali e forma, stile ed efficienza nella rigenerazione delle città e del territorio".

A DIANA BRACCO UN PREMIO SPECIALE

"Sono molto felice, e lo dico senza retorica, di partecipare a questa terza edizione di ArcVision Prize – dichiara Diana Bracco, Presidente di Expo Milano 2015 e Commissario del Padiglione Italiano – il riconoscimento di Italcementi all’architettura al femminile. Eccellenza qualitativa, capacità creativa, attenzione alla sostenibilità, tenendo anche conto delle implicazioni sociali e culturali del contesto di lavoro: questo lo spirito che anima le bravissime architette impegnate in questa competizione, ed è questo lo spirito che animerà anche l’Expo. L’architettura d’avanguardia non caratterizzerà soltanto il Padiglione Italia: grandi archistar hanno firmato molti dei Padiglioni degli altri partecipanti, e anche per questo la nostra Esposizione sarà ricordata come una delle più affascinanti e innovative: tanti Paesi hanno deciso di fondere nelle stesse sagome degli edifici i propri paesaggi e le proprie tradizioni alimentari, in accordo col tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

"Vorrei poi spendere una parola per questo splendido centro ricerche che ci ospita – conclude la Bracco –. L’i.lab riflette la vision dei nostri amici di Italcementi ed è la sintesi della più avanzata tecnologia in termini di qualità dei materiali e di tecnologie per la green construction. Uno spazio della conoscenza e del sapere scientifico, dove personalmente, da imprenditrice innamorata della ricerca, mi sento a casa: perché sono questi i luoghi che rendono grande la nostra industria e che quindi fanno grande l’Italia nel mondo”.

Da molti valori condivisi è nata la collaborazione con WE-Women for Expo, un progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Expo è da sempre una leva per lo sviluppo della ricerca scientifica del Gruppo Italcementi: dalla medaglia d’argento all’Esposizione Universale del 1867 di Parigi, passando per il Padiglione Italiano in cemento trasparente di Expo Shanghai 2010, per arrivare al nuovo cemento biodinamico di Palazzo Italia a Expo Milano 2015.

“L’impegno di arcVision Prize – Women and Architecture – dichiara Marta Dassù, Presidente Esecutivo di WE-Women for Expo – rappresenta un esempio importante di valorizzazione del talento femminile nell’architettura che WE-Women for Expo appoggia con convinzione. Inoltre, arcVision Prize – Women and Architecture promuove il dialogo fra diverse professionalità su scala internazionale, un fattore di cruciale importanza che sta alla base del progetto WE-Women for Expo”.

PREMIO SPECIALE WE-WOMEN FOR EXPO A PAULA NASCIMENTO

Nel corso della serata, arcVision Prize, che quest’anno si arricchisce della collaborazione con WE- Women for Expo, il progetto di Expo Milano 2015 volto a creare una rete mondiale di donne per Nutrire il pianeta, ha voluto premiare Paula Nascimento figura emergente dell’architettura contemporanea e progettista del Padiglione dell’Angola a Expo 2015.

Presenti alla Premiazione Albina Assis Pereira Africano (Commissario Generale dell’Angola e Presidente Steering Committee dei Commissari Generali a Expo 2015), S.E. Florencio Mariano da Conceicao de Almeida (Ambasciatore d’Angola in Italia) e Luís Eugenio Saraiva de Carvalho (Primo Segretario dell’Ambasciata d’Angola in Italia).

“Paula Nascimento – dichiara il Direttore Scientifico dell’arcVision Prize Stefano Casciani – sebbene ancora giovane ha già raggiunto con il suo lavoro una qualità che esprime al meglio ed esalta il ruolo delle donne nello scenario globale della professione architettonica, attraverso le sue molteplici attività: come organizzatrice culturale di importanti esposizioni, progettista di installazioni ed edifici sensibili, attenta promotrice dei temi della sostenibilità e della ricerca di un suo nuovo linguaggio estetico. Per questo le viene assegnato il Premio Speciale arcVision Prize WE-Women for Expo, che quest’anno si collega idealmente a Expo 2015 e alle sue tematiche fondamentali: l’uguaglianza delle popolazioni globali nel diritto all’alimentazione, nel rispetto dell’ambiente naturale, accompagnati alla ricerca progettuale di tecnologie e processi produttivi sensibili all’equilibrio planetario e alla sua conservazione per le generazioni future".

A consegnare il premio l’ambasciatrice di WE-Women for Expo, Arianna Fontana, giovane pattinatrice di short track, vincitrice di un argento e quattro bronzi olimpici e della Coppa del Mondo di short track 2012 nella specialità dei 500 metri.

LE MENZIONI D’ONORE

La Giuria, coordinata nel corso delle sessioni di lavoro da Stefano Casciani, Direttore Scientifico del Premio, ha inoltre assegnato menzioni d’onore a Kate Otten (Sudafrica), Patama Roonrakwit (Tailandia) e Samira Rathod (India).

KATE OTTEN

Per un architetto sensibile nata, cresciuta ed educata in Sud Africa come Kate Otten, è impossibile non mettere in relazione il proprio lavoro con i cambiamenti storici che il paese africano ha visto negli ultimi decenni. Nella sua attività professionale, fortemente basata sulla cultura, la geografia e i materiali locali, Otten ha avuto l’opportunità di lavorare su importanti edifici pubblici e luoghi della memoria, significativi del nuovo modo di vivere ma non immemori del passato. Otten è inoltre attivamente impegnata con il suo studio nella promozione delle donne in architettura, sia assumendole e formandole, sia creando, per dirla con le sue stesse parole, ‘… un ambiente di lavoro che permette agli architetti donna di raggiungere un equilibrio flessibile tra vita e lavoro, conservando loro il posto di lavoro in un momento in cui molte altrimenti lo lascerebbero.

PATAMA ROONKRAWIT

Patama Roonkrawit (nella foto sopra in sala all’I.lab) non è solo un architetto, ma anche un’attivista sociale. Il suo approccio multidisciplinare sottolinea l’importanza delle buone pratiche di collaborazione con la popolazione coinvolta nei progetti, in particolare gli indigenti che, nelle sua vision, sono i "clienti" più importanti e bisognosi di attenzione. Nelle sue stesse dirette, parole: "L’architettura è il frutto di una progettazione partecipata in cui gli architetti sono anche i clienti ed i clienti sono anche gli architetti. Pertanto ogni progetto deve essere modellato e rimodellato con il contributo di tutti. Il risultato è un progetto collettivo, unico nel suo genere, il cui senso di totalità è contraddistinto dalla diversità di ogni singola idea".

SAMIRA RATHOD

Samira Rathod fonda lo studio di architettura SRDS nel 2000 dopo aver conseguito la laurea a Mumbai e il Master in Architettura presso l’Università dell’Illinois. Nonostante il suo sia un piccolo studio, Samira realizza edifici originali con particolare attenzione ai dettagli e ai materiali, dagli interni alle strutture e alle superfici, utilizzando calcestruzzo, vetro e metallo in una sorta di perfetta combinazione scultorea di forme e funzioni.

La Baroda Art Gallery è a tutti gli effetti uno studio d’artista ma è anche uno spazio espositivo dove i visitatori possono vedere l’artista all’opera e viceversa. La House in Amhedabad gioca con i concetti di riservatezza e trasparenza del vivere rivelando una possibile dimensione pubblica anche per una residenza privata.

IL PREMIO E L’IMPEGNO

Il Premio consiste in un progetto di ricerca e workshop della durata di due settimane (in occasione della Milano Design Week, aprile 2015) presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo, progettato da Richard Meier, che si propone anche come luogo d’incontro e divulgazione di tecnologie e metodologie innovative.

È inoltre riconosciuto un premio di natura economica (50mila euro), con il conferimento di autorità alla vincitrice di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale a sua scelta.

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