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A villa d'adda

Trans ucciso in taverna: molti i dubbi da chiarire nell’interrogatorio di Daniel fotogallery video

Rimangono oscuri il movente, l'orario e le modalità dell'omicidio. Una serie di interrogativi ai quali gli inquirenti sperano di dare una risposta nell'interrogatorio di martedì al 31enne in isolamento nel carcere di Bergamo con l'accusa di aver massacrato il transessuale ritrovato sfigurato nella sua abitazione. Ancora senza nome la vittima

 Sono ancora molti i dubbi da chiarire sul delitto di Villa d’Adda, dove un viado è stato trovato morto nella taverna di una villetta di via Casargo. Rimangono oscuri il movente, l’orario e le modalità dell’omicidio. 

Una serie di misteri ai quali gli inquirenti sperano di dare una risposta nell’interrogatorio di oggi (martedì 17 febbraio) a Daniel Savini, il 31enne rinchiuso in isolamento nel carcere di Bergamo con l’accusa di aver massacrato il transessuale ritrovato sfigurato nella sua abitazione.

Al quale, tra l’altro non è ancora stato possibile dare un’identità: il viado, al momento del ritrovamento da parte dei carabinieri Calusco d’Adda, era infatti privo di documenti, e a distanza di quattro giorni ancora nessuno si è fatto vivo per denunciarne la scomparsa. Di carnagione olivastra, dovrebbe avere circa 45 anni. 

E’ stato lo stesso Savini, di origini guatemalteche e adottato da piccolo da una coppia di Villa d’Adda, a chiamare il 112 in stato confusionale per una generica richiesta d’aiuto. Quando i militari sono arrivati, il ragazzo ha aperto la porta e ha indicato loro la taverna.

Quella che si sono trovati di fronte è stata una scena raccapricciante. Il viado era steso a terra, a pancia in giù. Ai piedi indossava un paio di scarpe con il tacco, e poco più in là c’era una parrucca da donna.

Dopo aver girato il cadavere ne hanno potuto vedere il volto, colpito da una serie di violennti colpi inferti con un bastone e una bottiglia rotta, che lo hanno reso irriconoscibile.

La prima versione di Daniel (solo in casa perchè i genitori erano nelle Marche e con l’anziana nonna che al secondo piano non si sarebbe accorta di nulla) è stata che al mattino, una volta svegliato dopo aver trascorso la serata in casa con un’amica a fumare, si sarebbe ritrovato di fronte quell’individuo che lo avrebbe aggredito. Forte della sua ventennale esperienza da karateca, lui si sarebbe difeso.  

Una versione che non ha convinto i carabinieri, che lo hanno accompagnato in carcere con l’accusa di omicidio volontario.

Si attende ora l’esito degli esami al quale è stato sottoposto il 31enne, che lavora come promoter di Sky, per capire se e quali sostanze abbia assunto nelle ore precedenti il delitto.

I carabinieri di Zogno, guidati dal capitano Andea Pietracupa, stanno invece passando al setaccio i suoi tabulati telefonici e quelli della vittima, per capire se i due abbiano avuto contatti nelle ore precedenti il ritrovamento del cadavere. 

In questi giorni sarà poi effettuata l’autopsia sul cadavere del transessuale. Nel frattempo, oggi, è previsto l’interrogatorio di Savini da parte del pubblico ministero Fabio Pelosi, alla presenza del suo avvocato Rocco Disogra.

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