Continua a far discutere a Telgate la cosiddetta ordinanza anti-ebola, attiva sul territorio comunale dal 26 novembre scorso ed emessa “per contrastare il diffondersi di malattie infettive, in particolare tubercolosi, ebola, epatite e scabbia”.
A rimettere al centro dell’attenzione la questione sono stati Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione, Cooperativa Ruah, Cgil di Bergamo e Anolf Cisl che hanno fatto ricorso al tribunale di Bergamo per un’azione civile contro la discriminazione: nelle richieste delle quattro associazioni ai giudici, oltre all‘accertamento del carattere discriminatorio della delibera, anche la revoca e la condanna al risarcimento alle associazioni ricorrenti per un minimo di 3mila euro ciascuna.
Il Tribunale ha già fissato l’udienza per il 21 aprile prossimo a mezzogiorno ma, nel frattempo, è arrivata la durissima replica del sindaco Fabrizio Sala: “L’atto di chiamata in giudizio – commenta il primo cittadino – è frutto da un lato dell’errata interpretazione data dalle organizzazioni ricorrenti allo scopo e spirito dell’ordinanza e dall’altro dell’utilizzo strumentale di norme poste a tutela delle fasce sociali disagiate, per il perseguimento di un interesse personale: basti al riguardo osservare come non un solo cittadino extracomunitario abbia mai denunciato di sentirsi discriminato ma addirittura, a fronte di una richiesta risarcitoria ‘in proprio’ avanzata dalle organizzazioni ricorrenti, le stesse abbiano ritenuto di agire contemporaneamente in 4 nello stesso giudizio, all’evidente fine di quadruplicare le richieste di risarcimento, naturalmente a spese dei cittadini di Telgate”.
Dopo aver dato una stoccata anche all’opposizione (“i cittadini sappiano che queste segnalazioni sono state inoltrate a dette associazione dal gruppo di minoranza Per Telgate, quindi un’azione giudiziaria a carico del Comune e del sottoscritto solo per ideologia e visibilità politica”), Sala si difende nuovamente dall’accusa di razzismo: “L’amministrazione è estranea a comportamenti discriminatori mentre l’ordinanza in questione persegue l’opposto intento di predisporre un’adeguata organizzazione strutturale di accoglienza e assistenza alle persone: non è un caso che la regolamentazione del diritto di dimora sul territorio comunale sia stata adottata insieme ad un programma concertato con la Asl territoriale”.
“Restano esclusi dal diritto di dimora solo quei soggetti che non lo richiedono, perchè evidentemente più interessati a non farsi identificare” conclude il sindaco Sala che si riserva il diritto di modificare in autotutela l’ordinanza “al fine di renderla più adeguata allo scopo perseguito che non è l’intento discriminatorio ma la tutela delle esigenze socio assistenziali sanitarie dei richiedenti dimora nel comune di Telgate e dei cittadini già dimorati”.
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