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Il progetto

Riforma Enti Locali I Comuni dell’Isola verso la Comunità 2.0

I Comuni dell’Isola, di una parte della Valle Imagna e della bassa Val San Martino, seguendo le direttive della legge Delrio, vogliono portare all’evoluzione la Comunità dell’Isola Bergamasca: già mossi i primi passi con il Ministero degli Affari Regionali, diventerebbe un esempio a livello nazionale.

La Comunità dell’Isola Bergamasca prepara la sua evoluzione alla versione 2.0 muovendo il primo passo verso una nuova cooperazione intercomunale.

Lunedì 2 febbraio nella sala consiliare del Comune di Solza, nella splendida cornice del Castello Colleoni, i comuni dell’Isola, alcuni della Valle Imagna e della bassa Val San Martino hanno messo il primo mattoncino del progetto, che si inserisce nell’ambito della legge Delrio sulla riforma delle Province: alla presenza del dirigente del Dipartimento degli Affari Regionali Giovanni Vetritto, sindaci, segretari e apicali dei comuni hanno iniziato a sondare il terreno per quella che il primo cittadino di Solza Maria Carla Rocca ha definito “un’occasione imperdibile”.

La riforma Delrio, infatti, prevede associazioni e convenzioni per i comuni sotto i cinquemila abitanti ma la parallela dismissione delle province sta creando disagi: ecco allora che i Comuni dell’Isola hanno deciso di prendere in mano la situazione, rivolgendosi direttamente a Roma per ottenere un prezioso appoggio dal Ministero degli Affari Regionali.

Lunedì era solo il primo incontro ma fondamentale per capire le potenzialità del territorio e la volontà di tutti gli attori di mettersi insieme: “In tutta Italia saranno pochissime le aree che potranno contare sull’appoggio diretto da parte del Ministero – commenta il sindaco di Solza Maria Carla Rocca – e questa è un’occasione forse unica se ci riteniamo amministratori che hanno a cuore il territorio al di là del mandato amministrativo. Significherebbe fare rete per lo sviluppo socioeconomico del territorio: al momento manca una vera regia alle spalle ma la Comunità dell’Isola Bergamasca voleva rinnovarsi”.

Da una parte, dunque, la disponibilità dei singoli comuni e dall’altra un’apertura importante dal Dipartimento degli Affari Regionali: “L’area dell’Isola Bergamasca presenta le caratteristiche ideali per la realizzazione di questo progetto perché raramente riscontrabili sul nostro territorio – ammette Giovanni Vetritto -: è omogeneo dal punto di vista culturale, storico e geografico. È un pezzo d’Italia con una forte caratterizzazione e si candida naturalmente per la sperimentazione di questa unione di comuni nella logica delle nuove Province. Ha tutto ciò di cui ha bisogno un ente di secondo livello. Si tratta di una Cooperazione intercomunale dove deve prevalere la comunanza di interessi amministrativi: quello comunale è il vero tessuto del paese ma ha bisogno del giusto mezzo per governare. In questo modo anche i comuni più piccoli potrebbero accedere a servizi di cui altrimenti non potrebbero usufruire. Si partirebbe con la comunione dei servizi strumentali, poi per il completamento e la garanzia delle 10 funzioni fondamentali serviranno a grandi linee un anno e mezzo o due”.

L’Isola Bergamasca, insomma, si propone come capofila di una sorta di sperimentazione per la quale passa il proprio rilancio sociale ed economico e ha già tutte le carte in regola per diventare un esempio a livello nazionale.

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