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Donizetti

Micheli, direttore della “lirica”: faremo innamorare la città

Francesco Micheli, già affermato regista d’opera e direttore artistico di diversi teatri italiani, è il nuovo direttore artistico della stagione lirica del teatro Donizetti. In occasione della sua presentazione spiega: “Faremo innamorare Bergamo di quel meraviglioso e folle genio che è Gaetano Donizetti, apprezzato in tutto il mondo del quale, purtroppo, in città molti non hanno abbastanza consapevolezza”.

“Faremo innamorare Bergamo di quel meraviglioso e folle genio che è Gaetano Donizetti”. È con queste parole che Francesco Micheli, già affermato regista d’opera e direttore artistico di diversi teatri italiani, si presenta nel suo nuovo incarico di direttore artistico della stagione lirica del teatro Donizetti.

Un impegno che lo vedrà concentrato su una duplice direzione: da un lato, avvicinare l’opera donizettiana ai cittadini rendendola un aspetto qualificante dell’identità della città; e dall’altro coinvolgere un pubblico più ampio rispetto ai melomani affezionati, guardando specialmente ai giovani. Si tratta di un compito ambizioso ma non facile, come evidenzia lo stesso Micheli: “Ho accettato l’incarico perché ho subito percepito nell’ambiente una buona competenza scientifica del settore. E poi perché ho notato che c’è una politica che fa il suo mestiere, militante, impegnata concretamente per raggiungere risultati. Le consegne che mi sono state affidate sono molto alte e non sarà un compito semplice e l’esito non è scontato, considerando le difficoltà del tempo che stiamo vivendo. Ma è una sfida che mi appassiona, perché amo il mio Paese e amo Bergamo, l’arte che ha prodotto e l’arte che può ancora produrre. Ritengo, infatti, che un modello di vita complesso, anche oggi, sia possibile, valorizzando opera e bellezza come luci nell’oscurità. Un modello di respiro nazionale e internazionale: ad esempio, sono reduce da una produzione a Pechino e, dal Giappone, hanno manifestato la volontà di venire in città per vedere l’opera al Donizetti, appena hanno saputo che sono diventato direttore artistico della stagione lirica. È una dimostrazione della grande fama di cui gode Donizetti nel mondo, compositore poliedrico di numerose opere di qualità, che purtroppo in città spesso sono poco conosciute”.

Il coinvolgimento dei giovani comincerà dagli adolescenti, portando l’opera nelle scuole. Micheli prosegue: “Non è facile perchè si parla di un settore che non è glamour, anche se ‘nonna’ opera è ancora in grado di esercitare un notevole fascino e bisogna far capire che non è un’anziana signora chiusa nel suo castello. Così, apriremo loro lo scrigno magico del palcoscenico, il dietro le quinte degli spettacoli. È un modo per formali ad essere un pubblico attivo e non passivo come quello della televisione, ma anche per educarli a diventare cittadini attenti e partecipi. Mi rendo conto, in prima persona, dell’importanza di trasmettere ai ragazzi la passione per l’arte in quanto io stesso da piccolo avevo faticato non poco per la mancanza di opportunità sul territorio. Per un ragazzino che voleva cimentarsi nella musica, la Valbrembana era una sorta di deserto del Gobi: le istituzioni erano abbastanza indifferenti al fatto che possa alimentare l’uomo. Quindi, l’ho scoperta alla Scala di Milano e ho un sentimento complesso con Bergamo: da una parte la amo e dall’altra penso che sia come una madre ingrata con i suoi figli, che non li valorizzi appieno e per questo mi pongo l’obiettivo di far rinascere Donizetti”.

Un valore strategico è assegnato al lavoro di rete sul territorio. Il neodirettore afferma: “Presterò particolare attenzione al dialogo con le diverse realtà cittadine per creare sinergie e collaborazioni: dall’imprenditoria alle scuole, dai trasporti all’aeroporto, perchè o si fa rete o si muore. Unire le energie per riportare in auge il legame tra Bergamo e Donizetti aumenterebbe la capacità attrattiva del nostro capoluogo con effetti positivi, rendendo la città non un luogo di passaggio ma un ‘salotto buono’ della regione con Donizetti pronto a fare idealmente da stewart per accogliere i passeggeri all’aeroporto di Bergamo. Il nostro impegno sarà finalizzato a far sì che osservando il volto dei bergamaschi, vi si possa vedere quello del compositore orobico. Per questo, vogliamo portare il teatro anche all’esterno dell’edificio: nelle scuole, per le strade e nelle piazze, tra la gente, renderlo un volano dell’entusiasmo e della bellezza, che abbia come palcoscenico l’intera città. Agiremo dando vita a un ‘cantiere Donizetti’, un laboratorio del verbo donizettiano aperto a tutti, in cui ogni persona che vi prende parte possa darsi da fare, mantenendo sempre vivo il dialogo con i cittadini. Inoltre, lavoreremo affinché le opere di Donizetti possano essere cantante in uno stile codificato, come quelle di Verdi e Rossini, in modo che siano eseguibili da qualsiasi interprete che abbia talento e non restino appannaggio solamente da pochi grandissimi cantanti del genere. Infine, allestiremo spettacoli per tutto l’anno e non solamente nel periodo autunnale e Donizetti ne sarà il protagonista, sia a livello di contenuto, sia a livello di denominazione. Ad esempio, penso che nel nome ‘Bergamo Musica Festival’ debba essere inserito un richiamo esplicito al compositore”.

Altrettanto importante, per il rilancio dell’opera, sarà il volgere lo sguardo anche al di fuori delle mura. Michetti dichiara: “Per ampliare l’offerta degli spettacoli e dare maggior visibilità al teatro, punteremo sulle opportunità che possono scaturire dall’essere parte del circuito regionale lombardo: non è per far polemica rispetto alle scelte compiute negli ultimi anni, in quanto penso che si sia fatto comunque molto, ma sono convinto che sia necessario superare campanilismi e autarchie per non perdere occasioni di cultura a livello regionale, e stiamo lavorando per un prossimo ingresso nel network europeo”.

Dello stesso avviso, l’assessore alla cultura, expo e turismo del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti, che commenta: “Gaetano Donizetti e la sua abbondante produzione artistica rappresentano un grande patrimonio per Bergamo, un tesoro che può essere scoperto avvalendosi della grande competenza di Fondazione Donizetti, un punto di riferimento per il territorio. Insieme all’attività di ricerca e di produzione teatrale, è necessario attivare un profondo lavoro di divulgazione, per avvicinare l’opera a più cittadini. La direzione dell’impegno è duplice: da una parte, far percepire alla cittadinanza una vicinanza maggiore all’opera e all’identità della città, è dall’altra puntare sul coinvolgimento di un pubblico giovane. Si tratta di traguardi importanti e ambiziosi e Francesco Micheli è la persona giusta per poterli raggiungere”.

Paolo Ghisleni

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