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Divieto di fumare anche in parchi, stadi e film Sei d’accordo? Vota

Riuscite ad immaginare James Dean in gioventù bruciata senza la sua sigaretta? Oppure Humphrey Bogart in Casablanca? Con le nuove direttive decise dal ministero della Salute italiano non sarebbe più possibile girare quelle storiche scene. Sta per scattare un nuovo giro di vite sulle sigarette con l'estensione di alcuni divieti: non sarà più possibile fumare in alcuni spazi pubblici come parchi, stadi, spiagge e anche mezzi di trasporto privati con a bordo minori.

Riuscite ad immaginare James Dean in gioventù bruciata senza la sua sigaretta? Oppure Humphrey Bogart in Casablanca? Con le nuove direttive decise dal ministero della Salute italiano non sarebbe più possibile girare quelle storiche scene. Sta per scattare un nuovo giro di vite sulle sigarette con l’estensione di alcuni divieti: non sarà più possibile fumare in alcuni spazi pubblici come parchi, stadi, spiagge e anche mezzi di trasporto privati con a bordo minori. E tornando nel campo cinematografico, il ministero vorrebbe mettere al bando le “bionde” anche nei film e nelle serie televisive prodotte in Italia.

Si tratta di un ulteriore passo in avanti nella lotta al fumo. Dopo la norma di Girolamo Sirchia del 10 gennaio 2005, da tempo accettata e metabolizzata, ci sono state nuove restrizioni. Di recente, ad esempio, è stato posto il divieto di consumare le sigarette negli spazi esterni delle scuole e si è alzato fino a 18 anni il divieto di vendita di prodotti del tabacco.

"Il fumo uccide, dobbiamo essere tutti consapevoli di questo  –  spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin  –  Sono convinta che sia fondamentale agire sui giovani in via prioritaria per evitare che entrino nella spirale di questo vizio. L’Oms ha rilevato come si determini una oscillazione a favore dell’abitudine al fumo quando vengono meno le campagne di sensibilizzazione ". Il ministero avvierà una serie di iniziative di comunicazione rivolte ai giovani non solo contro il fumo ma anche contro alcol, droga e malattie sessualmente trasmissibili. "Le statistiche dicono che c’è stato un incremento importante tra i fumatori giovanissimi, in età 11-12 anni, e questo vuol dire che si è abbassato il livello di guardia e di consapevolezza ma anche di una stigmatizzazione del fumo ", ha spiegato il ministro.

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