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Partita perfetta? Colantuono la smetta di giocare coi tifosi

Il nostro Luciano Passirani, dopo il deludente 1-1 rimediato contro il Chievo, si scaglia contro il tecnico atalantino che a fine gara ha parlato di "gara perfetta": come fa a dire certe cose dopo una partita così brutta e senza gioco? I tifosi non si meritano certe prese

di Luciano Passirani

Sartori alla vigilia aveva detto: "Come vincere? Pazienza". Lasciando intendere da dirigente navigato che certe partite conta vincerle, ma diventa ancor più importante non perderle. Così è stato. E non è stato biscotto. Pertanto, a posteriori non serve recriminare per come sfuma una grossa occasione per ritornare alla vittoria.

Il pareggio ci sta, anche se il Chievo lo ha raggiunto allo scadere e con una punizione dal limite sulla quale rimane il sospetto di un millimetrico fuorigioco di rientro di Pellissier.

L’arbitraggio di Sebastiano Peruzzo non ha soddisfatto e non è la prima volta, con lui. Il rammarico più grande di certo rimane la prestazione dell’Atalanta. Di nuovo negativa. Una delusione dopo i segnali positivi riemersi nella trasferta di Genova.

Il pareggio, come dicevamo, alla fine è giusto. L’Atalanta non riesce a tenere e difendere il vantaggio. Era già successo contro il Genoa. E ci poteva stare, in trasferta e con un avversario da parte sinistra della classifica. Non è accettabile contro un Chievo tanto volenteroso, quanto modesto. L’Atalanta si è adeguata. Il pubblico non si è divertito e i commenti in tribuna sono stati fortemente negativi, nei confronti di entrambe le squadre. Gli spalti con grossi vuoti, il campo gibboso come non mai e il vento a disturbare una partita che è sembrata già da categoria inferiore.

La classifica attuale dell’Atalanta rispecchia quanto la squadra ha offerto in questo girone di andata. Non è un caso se le uniche vittorie, tre, sono venute tutte contro squadre che in classifica stanno dietro. Non c’è da vantarsi. Del quart’ultimo posto con due lunghezze di vantaggio sulla terz’ultima. Colantuono ci riesce anche questa volta con affermazioni un poco irridenti e quanto meno non rispettose del tifoso e degli addetti ai lavori: "Abbiamo fatto la partita perfetta. Non abbiamo concesso un solo tiro in porta".

Smentito solo guardando il tabellino e dalla parata miracolosa di Sportiello nel primo tempo su tiro di Schelotto. Contento lui, insieme a chi continua a volere continuare in questa maniera. Il 4-4-2 proposto dall’allenatore non ha accontentato nessuno. Pinilla annunciato come la panacea risolutrice di tutti i mal di pancia dell’attacco non si è visto. Ma è ancora troppo presto per giudicarlo.

Di sicuro il doppio centrale d’attacco non ha futuro. Troppo simili Pinilla e Denis per immaginare una coesistenza accettabile e positiva per la squadra. Non è 4-4-2 se gli esterni sono Maxi, che infatti non si è mai visto in quella posizione, e Zappacosta. Al di là della prestazione di entrambi. Anche contro il Chievo comunque oltre la sufficienza. Chiediamoci quanti palloni giocabili hanno prodotto per i due bomber. La risposta è imbarazzante: nessuno. 

Conclusione. L’Atalanta non ha gioco. Inutile girare intorno al problema. Con una rosa già di 30 giocatori non è facile fare mercato per invertire questo trend negativo. Sartori deve farlo iniziando da degli esterni che siano in grado di dare queste opportunità alla punta centrale. Potrebbero essere anche Messi, Ronaldo o solo Icardi. Probabilmente nulla cambierebbe. Sicuri che Molina, Spinazzola, D’Alessandro, Gomez (per diversi motivi mai provati con accettabile continuità dall’allenatore) non siano in grado di garantire quello che il 4-4-2 chiede per fornire una decente conclusione dell’azione. Allora cambiamoli. Non c’è molto tempo per le decisioni. Dopo di che non rimane che rimandare il conducente della macchina di nuovo a scuola guida.

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