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Il punto

Moschea a Bergamo, quasi impossibile con la nuova legge

La volontà politica del sindaco Giorgio Gori di costruire a Bergamo un nuovo luogo di culto per la religione islamica si scontra con quella del centrodestra, Lega Nord in testa, che in Regione Lombardia sta per approvare una legge già battezzata “anti moschee”.

La volontà politica del sindaco Giorgio Gori di costruire a Bergamo un nuovo luogo di culto per la religione islamica si scontra con quella del centrodestra, Lega Nord in testa, che in Regione Lombardia sta per approvare una legge già battezzata “anti moschee”. Al Pirellone si va di corsa, ancor di più dopo la strage di Charlie Hebdo: già entro la fine di gennaio potrebbe arrivare il voto e il via libera in aula.

A differenza di Milano, dove la Giunta Pisapia ha già emanato il bando dopo un lungo studio preparatorio, Bergamo è ancora agli albori della discussione. Il tavolo interassessorile istituito a settembre (leggi qui) continua a riunirsi, ma c’è poco o nulla di concreto da valutare, tranne che i nuovi paletti imposti dalla Regione. La maggioranza di centrodestra aveva proposto un referendum obbligatorio per dare ai cittadini la parola decisiva, poi ha deciso di fare un passo indietro per evitare scontati ricorsi alla corte costituzionale. Al posto della consultazione popolare sarà introdotta la valutazione ambientale strategica con l’obiettivo di coinvolgere ugualmente la popolazione attraverso le osservazioni.

Le altre prescirizioni inserite nella nuova legge sono il coinvolgimento di questura e prefettura, distanza minima da chiese o zone sensibili, realizzazione di un sistema di videosorveglianza a carico della comunità religiosa. A spaventare assessori e tecnici di Palafrizzoni è però il nuovo iter burocratico che prevede una serie infinita di passaggi e autorizzazioni. Il rischio è che la discussione si protragga addirittura fino alla prossima campagna elettorale, con conseguenze incendiarie per il dibattito politico.

L’AREA – L’altro problema non secondario è che finora il Comune non ha ancora dato una chiara indicazione dell’area in cui costruire la moschea. L’ipotesi più probabile, a cui Palafrizzoni sta lavorando, è una parte del centro Galassia in via Zanica. La comunità islamica dovrebbe comprare un capannone da un privato, chiedere le autorizzazioni per trasformarlo in moschea e affrontare il lungo percorso burocratico con il sostegno dell’amministrazione comunale. Non mancano altri ostacoli: trovare un privato disposto a vendere e verificare che il nuovo luogo di culto non sia incompatibile con il piano di rischio aeroportuale.

Non è possibile adeguare gli spazi di via Cenisio? L’amministrazione Tentorio aveva – volutamente – escluso qualsiasi indicazione urbanistica (edificio di culto) dal piano di governo del territorio. Formalmente lì non prega nessuno, anche se i diritti acquisiti della comunità islamica (precedenti all’approvazione dello strumento urbanistico) consentono ai fedeli di esercitare il loro diritto. Gli spazi però non sono sufficienti ad ospitare tutti i musulmani e il pgt non permette l’allargamento delle volumetrie. Ecco perché la soluzione ideale sarebbe una nuova moschea. E’ l’unico modo per garantire a novemila persone di pregare, come sancito dalla costituzione italiana. Lega Nord permettendo.

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