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Bergamo

Camera di commercio Bresciani: solo un seggio a Impresa & Territorio

Cgil, Cisl e Uil Bergamo rimarcano l'importanza del ruolo del sindacto all'interno della Camera di Commercio. Poi Luigi Bresciani, segretario della Cgil, lancia una stoccata a Imprese & Territorio: “Se davvero sono comitato unito si facciano rappresentare da un solo seggio in giunta”.

Ci sono colonne sonore che uno considera dei classici, mentre sul finale riescono a sorprendere l’ascoltatore e finiscono per essere opere di rottura. È un po’ come la posizione dei sindacati – Cgil, Cisl e Uil di Bergamo – sul rinnovo del consiglio e della giunta della Camera di Commercio. Posizione rimarcata in una conferenza stampa congiunta lunedì 12 gennaio. L’ouverture riservata a Ferdinando Piccinini, segretario della Cisl, vede protagonisti gli archi e quindi i violini suonano dichiarazioni così: “Abbiamo assistito in questi mesi al dibattito sul territorio in merito alle prospettive e al rinnovo degli organismi della camera di commercio di Bergamo. Un dibattito spesso segnato da una sorta di storica contrapposizione industria/terziario che riteniamo debba essere superata ricercando elementi di sintesi e di coesione sul versante delle scelte strategiche che abbiano come elemento fondamentale la crescita e l’innovazione delle imprese bergamasche piccole e grandi in grado di generare nuova e buona occupazione. D’altra parte il vincolo della riduzione delle risorse disponibili della Camera di Commercio per il prossimo futuro, frutto di scelte governative che riteniamo sbagliate, impone una rivisitazione complessiva degli interventi della Camera di Commercio”.

C’è il crescendo di Marco Tullio Cicerone, della Uil: “Pensiamo a una camera di commercio sempre più come cabina di regia e di sintesi delle politiche economiche territoriali tenuto conto dei rilevanti cambiamenti istituzionali con il ruolo sempre più debole della Provincia e il ruolo fondamentale della città capoluogo – afferma –. La sfida che riteniamo prioritaria è quella di contribuire a costruire le migliori condizioni per creare nuova occupazione. Occorre focalizzare interventi specifici per l’attrattività di nuovi investimenti innovativi valorizzando i punti di forza territoriali, investendo su formazione e qualificazione del capitale umano”.

Tutto secondo lo spartito. Insomma.

Poi il rullo di tamburi e, alla domanda sulla possibilità della riduzione della giunta come indicato da Confindustria Bergamo, ecco dare fiato alle trombe con Luigi Bresciani della Cgil che lascia da parte gli spartiti e mette in scena del vero rock.

“Io direi che l’esigenza di arrivare a una riduzione complessiva dalla governance della Camera di Commercio sia una cosa positiva – ammette Bresciani – ma mi chiedo: se Impresa & Territorio è davvero un’associazione lo dimostri veramente e si faccia rappresentare con un solo seggio. Il sindacato da tempo ha scelto questa strada. Cgil, Cisl e Uil si fanno rappresentare da un solo esponente, a nome di 240mila lavoratori”.

Un appunto è doveroso a questo punto. Impresa & Territorio è stato costituito nel 2007 e riunisce dieci associazioni di categoria (Associazione Artigiani Bergamo; Ascom; Confimi Apindustria; C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori; Coldiretti Bergamo; Confcooperative; Confesercenti; Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Industria; Fai – Federazione Autotrasportatori Italiani; e Lia – Liberi Imprenditori Associati).

A chiudere la posizione dei sindacati sono i tre tre segretari generali, che – come un coro – concludono: “Il compito che attende il prossimo governo della camera di commercio si preannuncia molto impegnativo e richiede la responsabilità e il coinvolgimento di tutti i soggetti – aggiungono i tre sindacalisti –. L’esperienza bergamasca, anche in questi anni di crisi profonda, si è caratterizzata da un clima di relazioni sindacali propositivo, da un rispetto e riconoscimento reciproco. Il coinvolgimento e la responsabilità della realtà che rappresenta il lavoro deve continuare a svolgere positivamente il proprio ruolo anche nel governo della Camera di Commercio. Sarebbe davvero un segnale negativo abbandonare questo approccio in un contesto così complicato e difficile come quello attuale, in nome di sotterranee manovre di bilanciamenti tra associazioni o, peggio ancora, per ambizioni personalistiche”.

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