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L'operazione

La mafia a Bergamo: sequestrati a un boss beni per otto milioni

E' arrivata fino a Bergamo l'operazione della Guardia di finanza di Catania, che ha sequestrato beni per un valore complessivo di 8 milioni di euro riconducibili al boss mafioso catanese Sebastiano "Nuccio" Mazzei, capo del clan dei “Carcagnusi” e latitante da anni

E’ arrivata fino a Bergamo l’operazione della Guardia di finanza di Catania, che ha sequestrato beni per un valore complessivo di 8 milioni di euro riconducibili al boss mafioso catanese Sebastiano "Nuccio" Mazzei, capo del clan dei “Carcagnusi” e latitante da anni, figlio dello storico capomafia Santo, detto «U carcagnusu», collegato con Bagarella e Brusca e detenuto al 41bis.

Il provvedimento e’ stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania. Mazzei era sfuggito per l’ultima volta alla cattura l’8 luglio scorso, quando erano stati arrestati nell’operazione “Ippocampo” nove dei suoi fedelissimi, tra i quali il cognato Gioacchino Intravaia.

Già in quell’occasione al clan erano stati sequestrati beni per un milione e mezzo di euro, tra cui un bar e una società operante nel settore della logistica. Durante le indagini era emersa la gestione diretta, da parte di di Nuccio Mazzei e dei suoi più stretti collaboratori, degli affari dei “Carcagnusi”, consistenti nel reinvestimento dei proventi che derivano dalle attività illecite (non solo estorsioni, ma anche bancarotte aggravate dal metodo mafioso) nel circuito legale, attraverso l’acquisto di attività economiche, tutte fittiziamente intestate a prestanome.

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania hanno avviato un’indagine patrimoniale che ha portato a individuare beni mobili e immobili illecitamente accumulati dalla famiglia Mazzei. Il sequestro ha riguardato 4 immobili a Catania, 3 veicoli, quote relative a due societa’, una con sede a Catania e l’altra a Bergamo, conti correnti, quote di fondi di investimento, dossier titoli, polizze risparmio e crediti.

Tra i beni sequestrati c’è anche il 50% delle quote della Sei Servizi editoriali di via Statuto, in centro città. Il sequestro, spiegano fonti investigative, ha un duplice scopo: sottrarre alla disponibilità degli stessi i beni illecitamente accumulati e, nel contempo, stringere il cerchio attorno allo stesso Mazzei, privandolo delle risorse finanziarie che possono sostenerne la latitanza.

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