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Nomine

Fondazione Donizetti, nel Cda entra un’attivista del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle punta sulla cultura. E lo fa con la nomina di un'attivista nel consiglio di amministrazione della Fondazione Donizetti: Ornella Bramani è entrata a far parte del cda, presieduto dal sindaco Giorgio Gori, insieme all'ex assessore della Giunta Bruni Enrico Fusi, a Giovanni Thiella e ad Agostino Agostinelli, delegato della vicepresidenza. E' il primo posto riservato al gruppo pentastellato nelle società partecipate del Comune di Bergamo dopo l'infornata di nomine annunciata la scorsa estate.

Il Movimento 5 Stelle punta sulla cultura. E lo fa con la nomina di un’attivista nel consiglio di amministrazione della Fondazione Donizetti: Ornella Bramani è entrata a far parte del cda, presieduto dall’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti per delega del sindaco Giorgio Gori, insieme all’ex assessore della Giunta Bruni Enrico Fusi, a Giovanni Thiella e ad Agostino Agostinelli, delegato della vicepresidenza. E’ il primo posto riservato al gruppo pentastellato nelle società partecipate del Comune di Bergamo dopo l’infornata di nomine annunciata la scorsa estate (leggi qui).

Il nome di Ornella Bramani, responsabile della casa editrice Lubrina, è stato scelto dopo la valutazione di molti curricola. “E’ la mia prima esperienza “politica”, anche se grazie alla mia professione ho collaborato, in passato, con altre partecipate del Comune di Bergamo – spiega Ornella Bramani -. Ho stima dell’assessore Nadia Ghisalberti e sono pronta a svolgere l’incarico nell’interesse comune”. La cultura è un settore che non occupa le prime pagine dei giornali e nemmeno del blog di Beppe Grillo. “Molti attivisti si occupano di politiche culturali – continua Bramani -, ma non hanno la giusta visibilità. Lavorano nelle loro città, in piccolo, credendoci, come abbiamo fatto noi a Bergamo. La differenza, rispetto agli altri partiti, è che il Movimento 5 Stelle può vantare persone esperte in tutti gli ambiti: ambiente, cultura, amministrazione. Conosciamo le tematiche di cui parliamo”.

Marcello Zenoni, capogruppo del M5S in Consiglio comunale, è soddisfatto della scelta. “La questione delle nomine è stata vissuta come una lotta serrata, ma non da noi – commenta -. Alla fine ci hanno lasciato alcuni posti nelle fondazioni culturali, perché le reputano meno importanti e perché non prevedono compensi o gettoni. Non è il nostro modo di valutare l’importanza di un incarico”.

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