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Politica

Referendum No Euro In Bergamasca in 2 giorni raccolte 300 firme

Quasi 300 persone hanno sottoscritto la raccolta firme promossa dal Movimento 5 Stelle per chiedere il referendum sull'uscita dall'Euro. Ai gazebo allestiti a Bergamo, Scanzorosciate, Seriate e Stezzano molti, almeno in mattinata, hanno fatto la coda per firmare i certificati. “Vedremo chi ha bluffato: questo è un sondaggio tra chi vuole uscire dall'euro oppure rimanere con la corda al collo".

Quasi 300 persone hanno sottoscritto la raccolta firme promossa dal Movimento 5 Stelle per chiedere il referendum sull’uscita dall’Euro. Ai gazebo allestiti a Bergamo, Scanzorosciate, Seriate e Stezzano molti, almeno in mattinata, hanno fatto la coda per firmare i certificati. “Vedremo chi ha bluffato: questo è un sondaggio tra chi vuole uscire dall’euro oppure rimanere con la corda al collo – ha detto a Genova Beppe Grillo aprendo la raccolta di firme per il referendum sull’uscita dall’euro al banchetto di via San Lorenzo -. Dobbiamo recuperare le firme e portarle in Parlamento, questa è una iniziativa popolare, vedremo chi è con noi e chi ha sempre fatto finta". Grillo ha poi aggiunto: "Questa iniziativa è tra i pochi spazi di democrazia con leggi di iniziativa popolare che sono le pochissime forme di democrazia per fare votare i cittadini su cose che li riguardano. E’ una cosa normalissima, non rivoluzionaria, ma tutto ciò che è di buon senso, normale e, direi, onesto è considerata azione eversiva. Siamo noi gli eversori".

"L’Italia – spiega il Movimento di Beppe Grillo – è in una situazione drammatica, travolta da povertà, corruzione e malaffare. Gli italiani come primo passo devono riprendersi il Paese e la sovranità su di esso, a partire da quella monetaria, necessaria per stampare una moneta associata al valore della nostra economia ed evitare di essere strozzati dagli interessi delle banche private. Le imprese inoltre sono costrette a licenziare, oppresse da una tassazione abnorme imposta per rimanere nei parametri dall’euro. Fuori dall’euro per liberare le imprese e creare più lavoro! Uscire dall’euro significa anche conservare lo Stato sociale, perché all’Italia, per restare nella moneta unica, vengono imposti tagli lineari e selvaggi su sanità, welfare e scuola. Con l’euro l’Italia è in recessione da anni, il PIL è ai livelli del 2000. Uscire dall’euro consentirà alle imprese di essere più competitive nelle esportazioni e creare nuovo lavoro e ricchezza per il Paese".

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