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A bergamo e provincia

Banchetti 5 Stelle: firme per il referendum contro l’euro

I 5 Stelle non puntano a raccogliere solo le 50.000 firme necessarie per il deposito della iniziativa di legge, ma a raccoglierne un milione e anche più. Obiettivo: costringere il Parlamento a discutere la legge ed esprimersi se consultare o meno gli italiani su un tema fondamentale.

Sabato 13 e domenica 14 dicembre il Movimento 5 Stelle inizia la campagna nazionale di raccolta firme per la legge costituzionale di iniziativa popolare per indire un referendum di indirizzo sull’euro.

In provincia di Bergamo i banchetti saranno a:

Bergamo in via XX Settembre a partire dalle ore 14.30

Seriate all’incrocio corso Europa / via Marconi dalle 9 alle 18

Scanzorosciate in via Casalini a partire dalle 10

Stezzano Domenica 14 dalle 8:30 alle 12:30 in Piazza della Libertà

Presso i banchetti sarà presente anche Marco Zanni, portavoce al Parlamento Europeo, per rispondere alle domande dei cittadini sul tema

Ai banchetti organizzati dai gruppi locali sarà possibile, per tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali italiane, firmare e portare in discussione in Parlamento la legge di indizione del referendum.

I 5 Stelle non puntano a raccogliere solo le 50.000 firme necessarie per il deposito della iniziativa di legge, ma a raccoglierne un milione e anche più. Obiettivo: costringere il Parlamento a discutere la legge ed esprimersi se consultare o meno gli italiani su un tema fondamentale. "L’Italia – spiega il Movimento di Beppe Grillo – è in una situazione drammatica, travolta da povertà, corruzione e malaffare. Gli italiani come primo passo devono riprendersi il Paese e la sovranità su di esso, a partire da quella monetaria, necessaria per stampare una moneta associata al valore della nostra economia ed evitare di essere strozzati dagli interessi delle banche private. Le imprese inoltre sono costrette a licenziare, oppresse da una tassazione abnorme imposta per rimanere nei parametri dall’euro. Fuori dall’euro per liberare le imprese e creare più lavoro! Uscire dall’euro significa anche conservare lo Stato sociale, perché all’Italia, per restare nella moneta unica, vengono imposti tagli lineari e selvaggi su sanità, welfare e scuola. Con l’euro l’Italia è in recessione da anni, il PIL è ai livelli del 2000. Uscire dall’euro consentirà alle imprese di essere più competitive nelle esportazioni e creare nuovo lavoro e ricchezza per il Paese". 

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