Gli eletti che versano una quota ai partiti potranno detrarla dal fisco. E’ quanto approvato dalla commissione bilancio dela Camera attraverso un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal bergamasco Giovanni Sanga.
Una decisione che ha scatenato le polemiche del Movimento 5 Stelle: i commissari grillini hanno parlato di "vergogna".
Da una parte dunque c’è chi sostiene che si tratta di un nuovo regalo alla casta, dall’altra la sottolineatura che, come per il cittadino qualunque che finanzia un partito o un’associazione, anche per l’eletto (sia esso consigliere o parlamentare) vale la possibilità di detrarre la cifra, in quanto si tratta di erogazione liberale.
Un “chiarimento per risolvere l’ambiguità delle norme”, ha spiegato il viceministro all’Economia Enrico Morando, rispondendo a Vincenzo Caso del M5s che intimava ai firmatari di ritirare la richiesta di modifica.
Attualmente, senza detrazioni, non tutti i parlamentari sono così disponibile a contribuire alle spese dei partiti. Il Pd del premier Matteo Renzi ha un “buco” di quasi 11 milioni dovuto per 600mila euro ai soldi non incassati da parlamentari morosi e tenta di rimediare con le cene elettorali per raccogliere fondi, mentre lo schieramento di Silvio Berlusconi vanta nei confronti dei suoi deputati e senatori crediti per oltre 6 milioni.
commenta