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L’anniversario

Dalmine ricorda Sergio Fabiani a un anno dalla scomparsa

Sabato 29 novembre al teatro civico di Dalmine è in programma un concerto in memoria del dottor Sergio Fabiani nel primo anniversario di morte. I figli, Flavia e Alessandro lo ricordano: “Una vita interamente dedicata al lavoro e alla famiglia, di grande cuore e generoso ha saputo ottenere riconoscimenti umani e professionali”.

A un anno dalla scomparsa, Dalmine ricorda il dottor Sergio Fabiani, medico condotto di intere generazioni di dalminesi, deceduto nella notte tra sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre 2013, all’età di 88 anni, dopo una lunga malattia.

Apprezzato e stimato professionista, il dottor Fabiani non ha mancato di dedicare impegno ed energie a numerose attività in campo medico e sociale: per le sue competenze nella medicina del lavoro è stato direttore responsabile delle infermerie della Dalmine, non solo nella sua sede bergamasca, ma anche negli altri stabilimenti sparsi in tutta Italia.

Nel primo anniversario di morte, sabato 29 novembre alle 21 al teatro civico di Dalmine la locale sezione Avis gli dedica il concerto di Natale “Tra musica e poesia”. La serata sarà allietata dalla musica del pianista Alessandro Fabiani, accompagnato da numerosi amici che condivideranno con lui il ricordo del papà. La direzione artistica è affidata al Maestro Sante Palumbo. Due giorni dopo, invece, lunedì 1° dicembre sarà possibile prendere parte a una messa di suffragio alle 16,30 nella parrocchiale di san Giuseppe a Dalmine.

Pubblichiamo qui di seguito una lettera che i figli, Flavia e Alessandro Fabiani, dedicano al loro padre Sergio, medico, autentico protagonista nel servizio:

“Caro indimenticabile babbo, un anno è ormai trascorso, ma in ogni minuto del nostro quotidiano ricordiamo la tua infinita esperienza di uomo e medico, vissuta e raccontata; tu dicevi “Ogni volta che mi accosto alla sofferenza, alla malattia, al disagio psichico e fisico sento sempre di più una grande forza d’animo per amare e conoscere la vita”. La tua esperienza medica ricca di contenuti emotivi e di saldi legami familiari con mamma Floriana e noi figli sono stati un arricchimento spirituale e morale.

Nella società attuale la tecnologia medica diagnostica ha spogliato il medico della sua rassicurante umanità trasformandolo in un interprete di formule e tracciati con un incombente sopravvento del computer sull’intelligenza.

Tu, che hai scelto la medicina come una “mission” per aiutare gli altri, hai vissuto una storia umana e professionale con diversi e più alti contenuti di coraggio operativo e di speranza.

Hai raggiunto gli 88 anni, ma gli anni della vita possono essere tanti o pochi, dipende dall’intensità con la quale si vivono.

Hai assunto con grande responsabilità prima il tuo impegno di internista ospedaliero (ex Ospedale Maggiore di Bergamo) dopo i tuoi studi presso l’Università di Siena, poi di medico condotto e di famiglia a Dalmine e infine l’incarico autorevole di direttore sanitario nella grande fabbrica “Dalmine S.p.A.” tutt’uno con il paese in tutta la sua realtà economica e sociale: sempre nella prospettiva orientata a servire l’umanità che soffre, in amicizia e dignità, con forza di interazione propositiva e lavorando in armonia per la comunità.

Hai lasciato ricordi indelebili in diversi ambiti della tua intensa vita. Toscano d’origine (nato a Piombino il 26 maggio 1925) hai sempre portato avanti il senso dell’orgoglio di essere dalminese (cittadinanza emerita) integrandoti perfettamente nella comunità locale e trovando il tempo per attività sociali e di solidarietà con iniziative assistenziali impegnandoti in prima persona (fondatore Casa di Accoglienza per Anziani; collaborazione per la Cooperativa di Solidarietà).

La tua passione per lo sport ha saputo spingerti con saggezza, trasparenza e lungimiranza, affidabilità e concretezza, a realizzare la Polisportiva Dalmine con progetti sportivi ambiziosi (campionati di ciclismo mondiale) la tua propensione per la ricerca già realizzata in ambito di medicina del lavoro (allora CEE) ti ha spinto a collaborare anche con la grande famiglia AVIS (Dalmine e provinciale) diventandone direttore sanitario. La stessa cura era per i malati a Lourdes quale volontario Unitalsi. Un posto di rilievo era per la famiglia, marito esemplare con un matrimonio di oltre 60 anni contraddistinto da una incrollabile fede per la sua adorata Floriana sempre al suo fianco, nelle battaglie più difficili anche professionali (pioniere nelle vaccinazioni e nella prevenzione) e padre e nonno presente e affettuoso. Uomo di grande cultura nei tuoi lunghi anni hai potuto sviluppare la tua grande passione, la poesia: non hai mai voluto scrivere nulla che tu non abbia vissuto in prima persona ed i tuoi numerosi scritti vogliono essere una vera testimonianza di vita. Per innata modestia e discrezione non hai mai ostentato le tue doti, ma anzi cercavi sempre di ridimensionarle con una intelligente e sottile autoironia e una vena di fine e accattivante umorismo che ti rendevano simpatico e sempre ben accetto.

Una vita interamente dedicata al lavoro e alla famiglia, di grande cuore e generoso hai saputo ottenere riconoscimenti umani e professionali (cavaliere al merito della Repubblica Italiana – presidente onorario della Medicina del Lavoro – cittadino benemerito di Dalmine).

Nel poco tempo libero pensavi sempre al tuo mare, da bravo pescatore com’eri.

La malattia ti ha visto lottare con coraggiosa tenacia: dal tuo DNA generoso e instancabile trovavi pure il tempo di dedicare ancora in amicizia consigli agli amici ed ex pazienti.

Il carattere gioviale e la carica d’energia che ti rendevano protagonista in ogni circostanza saranno per noi forza per continuare con il tuo esempio portando avanti quei valori importanti ed essenziali nella vita umana, l’altruismo, la generosità, la solidarietà, l’abnegazione, scolpiti nell’animo da due genitori uniti”.

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