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L'intervista

Forza Italia, Sorte: ripartiamo dal merito Numeri Lega? Nostro regalo

Alessandro Sorte, coordinatore provinciale di Forza Italia, sul rapporto con la Lega e la nuova linea del partito: “Ripartiamo dalla selezione della classe dirigente in base al merito. Col Carroccio ci troviamo bene se ci rispetta. Io assessore? Così dicono, per ora faccio il mio lavoro”.

“Forza Italia deve ripartire dalla selezione della classe dirigente in base al merito e da una nuova proposta politica basata sull’economia e sul lavoro: il partito si deve riorganizzare partendo da due punti, un nuovo manifesto programmatico e persone che interpretino al 100% questo pensiero. E si può ripartire solamente da chi ha preso le preferenze e che quindi ha un forte radicamento sul territorio”: il coordinatore provinciale bergamasco di Forza Italia e consigliere regionale Alessandro Sorte suggerisce la via per la rinascita del proprio partito, dopo la doppia sconfitta patita in campo regionale in Emilia Romagna e in Calabria dove i candidati del centrodestra, Alan Fabbri e Wanda Ferro, hanno visto trionfare i rispettivi avversari, Stefano Bonaccini e Mario Oliverio.

Sorte, le sue parole sono un invito a Berlusconi a farsi da parte?

Questo è un falso problema, Berlusconi è una risorsa di questo partito. Adesso tocca a noi dare un contributo più attivo. A Bergamo non cambierà nulla dopo queste elezioni perchè è sempre prevalso il criterio del merito: chi non ha consenso è ai margini all’interno del partito e tra l’elettorato.

La linea di Forza Italia a livello parlamentare sembra essere quella di un non tanto velato sostegno a Renzi: è così

Io rimango convinto che bisogna fare ferma opposizione sulla politica fiscale. In questi sei mesi gli italiani stanno peggio di prima, non meglio. Un altro discorso, invece, è sostenere alcune riforme costituzionali come l’abolizione del Senato.

L’impressione è che l’elettorato azzurro guardi più a Renzi che non alla nuova destra.

Io penso che l’elettorato di Forza Italia, per la maggior parte, da un anno e mezzo stia a casa. Tanto è vero che il Partito Democratico in Emilia Romagna ha preso 700mila voti. Noi crediamo di essere gli unici a poter rilanciare la questione economica del Paese e di essere credibili sul tema della diminuzione della pressione fiscale. Siamo sempre stati un partito moderato. Renzi è un partito che va di moda adesso, ma mi sembra che la luna di miele si stia già usurando. Ora però sta a noi costruire una proposta credibile per essere competitivi alla prossima tornata elettorale.

Guardando agli ultimi numeri la Lega, vostro alleato di sempre, ora vi ha doppiati.

Noi abbiamo fatto un grosso regalo alla Lega, regalandole il candidato in Emilia Romagna e favorendo questo obiettivo. Ha avuto un effetto traino.

Qual è al momento il rapporto con la Lega Nord?

Se la Lega ci rispetta, noi con lei governiamo bene e la Lombardia ne è l’esempio. Ci sono margini per recuperare altro terreno, ripartendo dalle nostre battaglie liberali.

A proposito di Regione Lombardia: sembra certo che, nel prossimo rimpasto della Giunta, lei possa fare il salto da consigliere ad assessore. É un cambio imminente?

Così dicono, ma io al momento in Regione continuo a fare il mio lavoro che è già abbastanza complicato.

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