“La mia serie ‘I Bastardi di Pizzofalcone’, nella quale si inserisce il mio nuovo libro ‘Gelo’, diventerà una fiction”. Ad annunciarlo è Maurizio De Giovanni, scrittore di romanzi gialli, che sabato 22 novembre alle 18 è atteso all’auditorium centro civico “San Bernardino” di Caravaggio, dove sarà ospite del festival dei narratori italiani “PresenteProssimo”.
Intervistato da Bergamonews, l’autore racconta la sua passione per la scrittura e il significato che assegna alla letteratura noir. Lo fa prendendo spunto dagli ultimi libri che ha scritto: “In fondo al tuo cuore”, il nuovo romanzo che vede protagonista il commissario Ricciardi, uscito nel luglio 2014, e “Gelo”, l’atteso nuovo capitolo della serie “I Bastardi di Pizzofalcone”, di prossima uscita, con le avventure della squadra dell’ispettore Lojacono.
Ma De Giovanni rivela anche interessanti indiscrezioni sui numerosi lavori che lo vedono impegnato nel prossimo futuro: ecco qui di seguito l’intervista.
Il suo romanzo “In fondo al tuo cuore”, uscito lo scorso luglio, sta registrando un notevole successo. Se lo aspettava?
“Confidavo in un buon riscontro del romanzo, ma sta riscuotendo molto successo, andando al di là delle aspettative: il libro ha rapidamente scalato le classifiche di vendita e sta battendo tutti i record dei precedenti. Ha superato le 80 mila copie vendute: è un bel traguardo e sono molto felice. Il risultato ottenuto dal volume, il settimo della serie che vede protagonista il commissario Ricciardi, indica che il pubblico si è affezionato alle vicende di questo personaggio. A seguirlo è un numero crescente di lettori”.
La critica ha osservato che, a fare da sfondo alle vicende del commissario Ricciardi è la Napoli degli anni Trenta, la stessa che faceva da sfondo alle commedie del grande Eduardo. Cosa ne pensa?
Eduardo De Filippo è stato un genio assoluto, e la sua capacità di raccontare sicuramente è inarrivabile. Sono orgoglioso di ambientare molti dei miei romanzi nella Napoli che anche Eduardo ha adoperato come sfondo delle sue opere. Più precisamente, come le precedenti avventure del commissario Ricciardi, a fare da sfondo al romanzo è la Napoli vivace, movimentata e popolosa degli anni Trenta. Si tratta di una scelta che dà continuità alla narrazione. Le vicende, questa volta, avvengono nell’estate 1932 e, al centro, vi è la scomparsa di un medico professore universitario. Un giallo misterioso e intricato. “In fondo al tuo cuore”, però, rappresenta una vera e propria svolta narrativa, ricca di novità.
Cioè?
Nel romanzo i protagonisti crescono ed evolvono insieme ai propri problemi, non rimangono statici. È una scelta ben precisa, che rende la narrazione più movimentata e coinvolgente: in questo modo, il lettore può seguire i cambiamenti vissuti dai personaggi. Altri autori, al contrario, decidono di mantenerli invariati: entrambe sono scelte pregevoli, ma configurano due concezioni diverse di romanzo.
Nei suoi romanzi, anche il clima non è casuale, vero?
Esattamente. Come dicevo, ne "In fondo al tuo cuore" i fatti si svolgono d’estate, in una calda estate: al clima assegno una funzione strategica affinchè il lettore possa ‘entrare’ nella narrazione. Analogamente, in "Gelo", la stagione ha notevole importanza e, in questo caso, la storia è collocata in un ambiente freddo e gelido.
Altro aspetto innovativo è un certo spazio dato alla dimensione dei sentimenti…
È vero: rispetto ai romanzi precedenti, all’interno de “In fondo al tuo cuore”, attorno al racconto del delitto, cresce l’importanza assegnata alla sfera sentimentale ed emozionale dei personaggi. Una dimensione già presente nei precedenti romanzi ricciardiani, ma che qui è divenuta più forte. Così, il lettore può vivere le vicende accanto ai protagonisti: ritengo che, per una narrazione criminale, sia necessario prendere in esame questi aspetti. Fatalmente, ne deriva una valenza introspettiva e le vicende divengono anche un’occasione per interrogarsi sui comportamenti della persona e sulle relazioni tra gli individui. Per questo, si può affermare che il romanzo noir sia il romanzo sociale per eccellenza, capace di “inserire le mani nella melma”, di esplorare il lato oscuro dell’animo umano.
E quanto ha inserito del proprio vissuto nei suoi racconti?
I miei romanzi non sono a carattere biografico: non racconto di me stesso, ma narro storie altrui, anche ispirate dalla realtà che ci circonda, dai tanti fatti di cronaca di ogni giorno, cercando di immedesimarmi nei personaggi. Come è accaduto per “Il Gelo”, della serie “I Bastardi di Pizzofalcone”, una serie ambientata nella Napoli contemporanea e ispirata all’87º Distretto di Ed McBain, uno degli autori che prediligo. Al centro delle indagini, c’è un dramma familiare, uno di quegli avvenimenti di cui, purtroppo, la cronaca nera è ricca. Si tratta dell’assassinio di un uomo e una donna, due fratelli. I loro cadaveri vengono ritrovati in un appartamento del centro. Un caso davvero delicato per la squadra dell’ispettore Lojacono. Ma le novità non finiscono qui: dai racconti de ‘I Bastardi di Pizzofalcone” verrà tratta una fiction per RaiUno, che dovrebbe essere trasmessa nel 2015. Ultimata la sceneggiatura, si proseguirà con il casting, anche se non ci sono ancora i nomi degli attori.
Oltre a questo, per concludere, si sta dedicando ad altri progetti?
Si, fortunatamente, è un periodo molto intenso. Nello specifico, mi sto concentrando su due nuovi lavori: uno è un romanzo sul tifo calcistico, mentre l’altro è la stesura del copione teatrale dello spettacolo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey, che avrà la regia di Alessandro Gassman.
Paolo Ghisleni
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