• Abbonati
Dossier libera

Mafie in Bergamasca, escalation di incendi e boom di usura

Il dossier realizzato da Libera Bergamo sulle mafie in Bergamasca registra nell’ultimo anno un’escalation di incendi sospetti e un boom dell’usura. Sono questi i fenomeni divenuti maggiormente ricorrenti in terra orobica, con una matrice che può essere legata alla criminalità organizzata. A stabilirlo saranno gli inquirenti. Il referente di Libera Bergamo Vanni Cassis: "Anche in Lombardia e nella nostra provincia è in corso l'apertura dello sportello "S.o.s. Giustizia" per aiutare le vittime di usura e racket".

Un’escalation di incendi sospetti e un boom dell’usura. Nell’ultimo anno sono questi i fenomeni divenuti maggiormente ricorrenti in terra orobica che le indagini associano alla criminalità organizzata sul territorio.

A registrarlo è un dossier sulle mafie in Bergamasca realizzato dal coordinamento provinciale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, che si può consultare on-line sul sito internet di Libera Bergamo www.liberabg.it I dati raccolti nel documento spaziano in tutta la provincia, dalle Valli alla Bassa, su uno sfondo di arresti, indagini e condanne, appalti e subappalti, prostituzione e narcotraffico ma anche opere pubbliche e attività private, che si inseriscono ad una lunga storia, che inizia negli anni Sessanta.

Tra gli incendi sospetti, il rapporto ne riporta svariati, come quello del 7 novembre 2013 a Cene ai danni del villino di Gianfranco Gamba, imprenditore del settore tessile e, quattro giorni dopo, quello alla sede della Stamperia Valseriana, un fornitore di Gamba. Oppure i roghi del 12 dicembre 2013 a Grumello del Monte, in un magazzino della Europallets, e del 18 marzo 2014 ai danni di due autoveicoli in un parcheggio a Fontanella. Infine, gli incendi che hanno raso al suolo il chiosco-bar di Riva di Solto il 4 maggio 2014 e che hanno danneggiato un magazzino di un’impresa edile nei pressi del passo della Presolana un incendio il 15 giugno 2014, distruggendo completamente due autocarri, tre rulli compressori, due pale meccaniche, un muletto, un camper e una minivettura.

L’altro fenomeno divenuto maggiormente ricorrente è l’usura, che tra le vittime miete imprenditori e gestori di attività commerciali in difficoltà. Nella relazione ne vengono riportati diversi casi datati 2014, legati a vari paesi bergamaschi: Calcinate, Martinengo, Treviglio, Sarnico, Casirate d’Adda e Almenno san Bartolomeo.

Attualmente, infine, sono 28 i beni confiscati alle mafie nel territorio della provincia di Bergamo. Si tratta di 26 immobili e 2 società. Si trovano a: Alzano Lombardo, Berbenno, Bergamo, Brembate, Cornalba, Dalmine, Foppolo, Fornovo, Gorlago, Lovere, Seriate, Suisio e Terno d’Isola. Inoltre sono diverse decine i beni posti sotto sequestro in attesa dello svolgimento dei processi, che se verranno confermate le accuse, verranno definitivamente confiscati.

Il coordinamento provinciale di Libera Bergamo conclude il dossier invitando la cittadinanza e le istituzioni ad avere maggior consapevolezza di queste problematiche: “Tutti conosciamo la leggenda di un’antica città greca assediata, che non ha valutato in modo adeguato il pericolo di un cavallo di legno. Sappiamo com’è andata a finire. Di conseguenza è opportuno che tutti sappiano, in particolare i media e le nostre istituzioni, che la sottovalutazione di solito si paga ad un prezzo molto elevato”.

Il referente di Libera Bergamo Vanni Cassis sottolinea: “Il dossier fornisce una panoramica di quanto è successo negli ultimi decenni, per fare il punto della situazione sulle mafie in Bergamasca. Emerge un quadro preoccupante, con una presenza massiccia e diffusa: ci sono tanti campanelli d’allarme poi, naturalmente, gli inquirenti faranno chiarezza sulla natura e sulle matrici dei singoli avvenimenti registrati. Il contrasto della criminalità organizzata, però, non appartiene solamente alle autorità competenti: è compito di ogni cittadino. Delegare la lotta alle mafie alle autorità che hanno funzione repressiva, infatti, non basta. E Libera è nata proprio per questo: per informare del problema, per denunciare la presenza mafiosa sul territorio e per promuovere la diffusione di una cittadinanza responsabile, raccogliendo l’esortazione di don Luigi Ciotti. La presa di coscienza è il primo passo, un punto di partenza, cui è necessario segua l’uscita dal dominio della criminalità organizzata: da qui nasce la speranza concreta di cominciare a costruire una società consapevole e responsabile. L’obiettivo cardine che anima le iniziative promosse da Libera”.

Sono diverse le campagne che vedono impegnata Libera proprio a sostegno di questo cambiamento, sia a livello nazionale sia a livello locale. Cassis prosegue: “La prima risposta reperibile sul territorio per le vittime della criminalità organizzata è lo sportello "S.o.s. Giustizia”. Si tratta di un servizio di ascolto e di assistenza, finanziato dal ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali, dedicato in modo particolare a quattro ambiti: sostegno e aiuto a vittime o possibili vittime di usura e del racket delle estorsioni, accompagnamento ai familiari delle vittime di mafie nella burocrazia amministrativa e nella legislazione in materia, accompagnamento nel difficile percorso della denuncia da parte dei testimoni di giustizia. Questi sportelli sono attivi in varie regioni, in tutta Italia: negli ultimi mesi è in corso l’iter di formazione per dotare anche la Lombardia di questo servizio. Nella nostra regione ci sarà una sede a Milano, e diverrà pienamente operativa dal prossimo anno, ma per rendere maggiormente efficace il servizio, ci saranno riferimenti su tutto il territorio lombardo: anche la Bergamasca, quindi, avrà i propri operatori, pronti ad accogliere le richieste di aiuto e sostegno”.

Infine, il referente di Libera Bergamo conclude: “Con le altre due campagne, “Riparte il futuro” e “Illuminiamo la salute”, poi, vogliamo portare all’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni il tema della corruzione, uno dei più gravi problemi che affligge l’Italia e penalizza la vita quotidiana di tutti: combatterla significa guardare al presente ma anche al futuro, dando una nuova prospettiva positiva ai giovani e al Paese”.

È possibile visualizzare il dossier alla pagina web http://www.liberabg.it/images/stories/scuolaformazione/20141110_LeMafieInBergamasca-SintesiFinoAl31.10.2014.pdf

Paolo Ghisleni

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
leggi anche
Generico
La polemica
Mafia al Nord: botta e risposta Saviano-Castelli
Il ministro Cancellieri in Confindustria Bergamo
L'intesa
Il ministro Cancellieri: “Massimo impegno contro mafia al Nord”
il magistrato Walter Mapelli
Bergamo
Il magistrato Mapelli racconta le mafie in Lombardia
Manette
Bergamo
Mafia al nord Francesco Breviario, Cisl: “Siamo in Lombalabria”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI