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La lettera

“Loro non pagano la crisi, ma è ora che paghino i vandalismi” fotogallery

Uno studente universitario, dopo aver visto i danni causati dai "colleghi" in manifestazione venerdì mattina, alla sede della Cgil ma anche alle auto parcheggiate e alla sede della Camera di commercio, si augura che sia giunta l'ora che chi danneggia paghi.

Uno studente universitario, dopo aver visto i danni causati dai "colleghi" in manifestazione venerdì mattina, alla sede della Cgil ma anche alle auto parcheggiate e alla sede della Camera di commercio, si augura che sia giunta l’ora che chi danneggia paghi. 

Gentile redazione,

sono uno studente del Politecnico di Milano,che come tanti amici questa mattina è stato costretto a rimanere a Bergamo a causa di scioperi e disagi, ma poco male, si va in biblioteca a studiare.

Grazie alla redazione ero a conoscenza della manifestazione così scelgo di raggiungere la biblioteca Tiraboschi passando da Città alta (alba pazzesca sulla nostra amata Bergamo).

Terminato lo studio decido, come ogni mattina di andare a prendermi un caffè in piazza della Libertà, quando la mia attenzione si porta su via Petrarca dove due vandali alti circa un metro e una bomboletta (marcherati con la maschera di Anonymus), nel caos generale di 150 persone, forse presi dai fumi di spinelli che di mano in mano passavano tra gli "studenti" decidono di imbrattare lo storico Palazzo della Camera di Commercio, su ben quattro colonne, tra l’indifferenza degli agenti della polizia e funzionari della questura ma non di commercianti e passanti che, come me, hanno ben pensato di farli rientrare nella marmaglia delirante facendogli capire che una persona normale non lo farebbe.

Peccato che dopo aver passato l’incrocio con viale Roma ricominciano ad imbrattare qualsiasi cosa, dalle vetrine di pizzerie ai muri di palazzi storici, alle mattonelle dell’edificio scolastico sant’Alessandro.

Il clou della "manifestazione studentesca" si assiste di fronte alla sede della Cgil, dove questi, senza nemmeno pensare che vi erano parcheggiate macchine che potevano essere mia, tua, vostra lanciano bombe di vernice uova e fumogeni, danneggiando oltre l’estetica dell’edificio cinque macchine posteggiate davanti allo stesso, per l’ira dei proprietari.

La chiamata della nonna che da casa mi ricorda che è pronto il pranzo e mi domanda se sarei tornato a studiare nel pomeriggio mi ricorda che c’è qualcosa di più importante che guardare questo "spettacolo".

Tornando da via Verdi mi accorgo che anche sulla via sono a decine i muri imbrattati.

La domanda che sorge spontanea è: oltre al disagio enorme per automobilisti lavoratori e studenti, chi pagherà la pulizia di muri, portoni, vetrine e automobili?

Auspico che il sindaco Giorgio Gori, chieda alla questura e alla prefettura nome, cognome e indirizzo di coloro che hanno richiesto l’autorizzazione della "manifestazione" e gli bussi al portone per chiedere i danni, si perchè loro, come recita lo striscione, "non pagano la crisi" ma è ora che paghino gli atti vandalici e i disagi.

Ritorno tra gli Studenti della Tiraboschi

Luca Renica

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