Al termine di due giorni di confronto nella sede UBI di via Fratelli Calvi a Bergamo, la delegazione della FISAC-CGIL all’interno del Gruppo rivolge una precisa domanda alla dirigenza: “Dopo che tutte le modalità volontarie proposte per assorbire i cosiddetti esuberi saranno applicate, cioè dopo esodi, part time e congedi volontari, cosa succederà all’organizzazione interna del lavoro, cioè a chi resterà in organico?”. Il quesito viene proposto da Pierangelo Casanova che segue la trattativa sui 1.277 esuberi (al momento “volontari”, di cui circa 150 negli istituti di credito del Gruppo a Bergamo e in provincia) annunciati attraverso un’informativa aziendale il 14 ottobre scorso.
Si tratta di eccedenze che, per la verità, derivano anche da procedure pregresse non completate, in particolare per UBI e UBISS, per le quali ci si riferisce a esuberi mai realizzati risalenti al 2012.
CHI ANDRA’ IN PENSIONE
Nel corso delle due giornate di discussione il confronto si è svolto analizzando gli strumenti organizzativi che l’azienda intende utilizzare per assorbire le eccedenze dichiarate: “La delegazione aziendale ha fornito i dati dei colleghi potenzialmente interessati a esodi e Fondo di Solidarietà: si tratta di almeno 500 lavoratori volontari sui 1.050 che entro il 2019 matureranno i requisiti per la pensione (di questi, 91 hanno già maturato i requisiti)” spiega Casanova. “L’azienda ha dichiarato che le uscite avranno decorrenza dal 1° gennaio 2015. La discussione sindacale dovrà chiarire le condizioni economiche e i criteri di adesione”.
GLI ESUBERI
L’azienda ha, poi, proposto di assorbire parte degli esuberi con la concessione su base volontaria di part-time e per il 2015 di congedi non retribuiti da fruire a giornate, a mesi o ad anno intero.
“L’intervento andrà preventivamente valutato per le ricadute che potrà produrre dal punto di vista organizzativo: gli ultimi due anni hanno evidenziato che il Gruppo si è retto sullo sforzo profuso dai colleghi rimasti” continua il sindacalista della FISAC-CGIL.
“L’azienda ha dichiarato anche la necessità di prolungare l’applicazione oltre la fine del 2015 delle misure peggiorative delle condizioni di lavoro (alcune delle quali in deroga al Contratto nazionale, secondo quanto previsto dall’accordo del novembre del 2012, da noi non sottoscritto) come ad esempio l’obbligo di ferie e di fruizione della banca ore nell’arco dell’anno, la perdita del corrispettivo per le ex festività soppresse non godute e la limitazione al 30% del monte ore di straordinari prestato nel 2012.
In aggiunta l’azienda ha proposto di modificare, ovviamente ribassandola, la misura del rimborso chilometrico per il 2015”.
LE TRATTATIVE
In un quadro di incertezza determinato dalla difficile trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale, il Gruppo ripropone, dunque, interventi che, come nel 2012, la FISAC-CGIL non può condividere: “L’azienda ci chiede impegni pluriennali in deroga a istituti regolamentati dal Contratto nazionale e ci chiede di accettare un peggioramento delle norme contenute nei contratti aziendali. Tra l’altro restano ancora molti i punti da chiarire ed approfondire, a partire dal tema dell’assunzione di un numero preciso di colleghi giovani, impegno preso dall’azienda nel 2012 e che andrà rivalutato alla luce delle nuove uscite previste. Nel corso dei prossimi incontri, a partire da quello del 24 novembre, valuteremo la percorribilità di soluzioni organizzative che dovranno limitare le ricadute dell’intera operazione di fuoriuscita di colleghi per evitare, ancora una volta, che il costo maggiore venga pagato dai lavoratori che resteranno in servizio”.
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