Yara Gambirasio sarebbe stata uccisa con tre armi diverse: un cutter, un coltello a serramanico e uno con la punta a scalpello. Inoltre prima di morire la 13enne di Brembate Sopra potrebbe aver avuto le braccia legate con del filo di ferro; a farlo pensare sono le due ferite cutanee nella parte interna dei polsi: troppo regolari e precise per profondità e lunghezza.
Sono le ipotesi formulate dal collegio difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere in carcere dal 16 giugno giugno con l’accusa di aver ucciso la ragazzina, trovata priva di vita a Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011.
A pubblicare questa teoria è il settimanale Oggi, che analizza alcuni degli interrogativi ancora senza risposta in merito, per esempio, alla posizione del corpo (innaturale, secondo i difensori, se si pensa a una morte per ipotermia), alla conformazione dei tagli (che non hanno interessato reggiseno, giubbotto e leggings), e infine sul Dna.
"L’Istituto di Medicina legale di Pavia è lo stesso che dal luglio 2012 aveva in consegna il profilo genetico di Esther Arzuffi, la madre di Bossetti. Come mai si è arrivati all’attuale indagato solo due anni dopo? E dopo aver prelevato 26mila profili genetici? Con quale Dna era stato raffrontato? – si chiedono gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni – Se l’Istituto di Pavia ha sbagliato con i capelli e i peli, può aver commesso un errore anche con il Dna? Ecco perché chiederemo che l’esame venga ripetuto durante un incidente probatorio".
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