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L'intervista

Caso Cucchi, poliziotto sindacalista: “Deplorevoli le offese alla famiglia”

"Trovo fuori luogo le offese di alcuni agenti del Sappe ai familiari di Stefano Cucchi", è il commento di Daniele Bena, segretario regionale del Sindacato italiano lavoratori di polizia della Cgil, in servizio al commissariato di Treviglio

 "Trovo assolutamente fuori luogo le offese ai familiari di Stefano Cucchi da parte di alcuni agenti del Sappe". Daniele Bena, 46enne segretario regionale del Sindacato italiano lavoratori di polizia della Cgil, con una lunga esperienza alla squadra mobile di Milano e ora in servizio al commissariato di Treviglio, parla del caso al centro delle cronache in questi giorni.

Quello del geometra romano morto nel 2009, una settimana dopo l’arresto per spaccio di droga. Sul suo cadavere furono trovati segni di violenza e di denutrizione. Per questo venne aperta un’inchiesta che portò a un processo. In primo grado, nel giugno 2013, furono condannati quattro medici a un anno e quattro mesi e il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo (con pena sospesa), un medico a 8 mesi per falso ideologico. La corte di appello però, nei giorni scorsi, ha ribaltato la sentenza assolvendo tutti gli imputati. Un giudizio che ha sollevato un polverone nell’opinione pubblica.  

"Penso che la pressione mediatica verso questa vicenda sia eccessiva – commenta Bena – . Credo sia meglio abbassare i toni e lasciar lavorare in pace la magistratura. Solo i giudici potranno stabilire come siano andate realmente le cose. E’ sbagliato creare squadre che tifano per una o per l’altra parte". 

"E’ logico – prosegue l’agente – che una persona affidata allo Stato debba sentirsi al sicuro. Non conosco personalmente le persone coinvolte, ma posso dire affermare con certezza che nessun poliziotto e nessun medico si sveglia al mattino con l’intenzione di uccidere qualcuno. I nostri principi sono legalità, giustizia e trasparenza. Mi auguro sia fatta massima chiarezza per rispetto della famiglia e di tutti gli italiani che vogliono conoscere la verità. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi". 

Bena commenta poi le parole di Donato Capece, segratario del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria), che ha accusato la famiglia Cucchi di aver abbandonato Stefano quando era in difficoltà: "Parole evitabili, fuori luogo, che condanniamo come sindacato Silp e che infangano l’ordine intero. Così come trovo inacettabili alcune accuse gratuite mosse dai cittadini nei confronti delle forze dell’ordine. Noi svolgiamo solo il nostro lavoro, e cerchiamo di farlo sempre nel migliore dei modi". 

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