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Il monito

Arriva l’ultimo Olmi: “Grande Guerra, tradimento per milioni di giovani”

Alla vigilia dell’arrivo nelle sale del suo ultimo lavoro, “Torneranno i prati”, un film “contro la stupidità della guerra”, il regista bergamasco Ermanno Olmi evidenzia: “La Grande Guerra fu un tradimento nei confronti di milioni di giovani e civili morti in quella guerra senza che sapessero perché”. Le sue parole arrivano dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato ricoverato per sospetta broncopolmonite.

“Mi avete sempre chiesto, ‘perché ha fatto questo film?’. Ebbene, stavolta l’ho fatto su proposta, ma il mio pensiero è andato subito a mio padre, che mi raccontava la sua vita da soldato, la percezione di un realtà che allora non potevo capire, ma ora ho riscoperto: il grande tradimento compiuto nei confronti di milioni di giovani e civili morti in quella guerra senza che sapessero perché”. È con queste parole che il regista bergamasco Ermanno Olmi presenta il suo ultimo lavoro, “Torneranno i prati”, un film “contro la stupidità della guerra”.

Le sue parole arrivano dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato ricoverato per sospetta broncopolmonite, e sono contenute in un videomessaggio che accompagna la proiezione della pellicola in anteprima a Roma, alla quale è atteso il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, in programma oggi (martedì 4 novembre, ndr), giorno dell’anniversario dell’armistizio firmato a Villa Giusti nel 1918 che pose fine al primo conflitto mondiale. Nei giorni successivi, poi, il film verrà proposto nei cinema di tutta Italia e, dal 6 novembre, in quasi 100 Paesi in tutto il mondo, nelle ambasciate, consolati e istituti di cultura italiani. In Bergamasca, più precisamente, arriverà mercoledì 5 novembre al cinema san Marco di Bergamo e all’Ariston multisala di Treviglio.

Nel video, Olmi dichiara: “Noi abbiamo compiuto un grande tradimento nei confronti di quei giovani e dei civili, delle milioni di persone che sono morte. Non abbiamo spiegato perché sono morti. Noi li abbiamo traditi. Ora celebriamo il centenario con fanfare e discorsi, ma se prima non sciogliamo il nodo di vigliaccheria e ipocrisia resteremo in quella fascia neutrale che è già tradimento”. E cita Alberto Camus: “Se vuoi che un pensiero cambi il mondo, prima devi cambiare te stesso”. Fu l’ideale patriottico, prosegue Olmi, a portare lì quei giovani: “L’idea di patria si è dissolta nel corso della storia. Loro ci avevano creduto e molto tragicamente hanno costatato che era una bugia, una grande truffa. Scoprirono che i nemici non erano quelli della trincea di fronte, ma quelli che ti hanno mandato in trincea a colpire altri uguali a te”.

Dedicato al padre di Olmi, che come tanti si ritrovò poco più che ragazzo, a 19 anni, sul Carso, “Torneranno i prati” è ambientato sul fronte nord-est in una notte della prima guerra mondiale, poco prima di Caporetto. Attraverso i racconti spesso conditi di lacrime che gli faceva suo papà quando era bambino, più che la guerra, racconta il dolore della guerra e le drammatiche condizioni di vita dei soldati in trincea. Per girarlo, sono state necessarie otto settimane di riprese con la neve alta più di tre metri sull’Altopiano dei Sette Comuni (Asiago, Vicenza), due trincee ricostruite a Val Formica e Val Giardini, tre milioni e 200mila euro di budget, nel cast Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Andrea Di Maria, Francesco Formichetti, Camillo Grassi e Niccolò Senni, la sceneggiatura è dello stesso Olmi, la produzione di Cinema Undici e Ipotesi Cinema con Rai Cinema. Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani, e agli occupanti della trincea arriva l’ordine di trovare un nuovo posizionamento per spiare la trincea avversa: un diktat che apre al massacro.

Infine, parlando delle proprie condizioni di salute, che gli hanno impedito di partecipare all’anteprima romana del film, il regista, 83 anni, precisa: “Come vedete non è una messa in scena. Mi spiace, ma come vedete sono costretto a fare una serie di esami molto importanti”.

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