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Sarnico

Finanza scopre frode di 50 milioni nell’edilizia: 33 denunce

La Guardia di Finanza di Sarnico - coordinata dal comandante Stefano Slavazza - ha scoperto frodi fiscali per elevatissimi importi nel settore dell’edilizia. Denunciate 33 persone, sequestrati conti correnti, immobili, automezzi e un motoscafo. Le accuse sono frode fiscale, caporalato, intestazione fittizia di beni, falso e riciclaggio.

La Guardia di Finanza di Sarnico, coordinata dal comandante Stefano Slavazza, al termine di un’indagine avviata circa un anno fa, nell’ambito della propria attività di controllo del territorio aveva notato lo stile di vita palesemente incongruente con gli irrisori redditi dichiarati da parte di alcune persone gravitanti nel basso Sebino. Ad un attento e scrupoloso controllo la Finanza ha scoperto frodi fiscali per elevatissimi importi nel settore dell’edilizia. Omesse dichiarazioni, indebite compensazione di crediti Iva, emissione di fatture per operazioni inesistenti, distruzione o occultamento della contabilità e illecita somministrazione di manodopera, sono i reati contestati a A.A. di Credaro, amministratore di fatto di due società aventi sede a Milano, unitamente a M.T. di Credaro, S.B. di Adrara San Rocco, legali rappresentati delle società ed al loro commercialista T.M. di Milano.

LE INDAGINI

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, non sono state facili.

L’ostacolo più duro è stata la mancanza della contabilità ufficiale, in quanto volutamente distratta, hanno interessato le società “F. Costruzioni” e “New Servize”, gestite personalmente da A.A. (soggetto avente collaudata esperienza nel porre in essere frodi della specie e già condannato in sede definitiva per pregresse analoghe frodi), con la collaborazione di M.T. e S.B., i quali ne risultavano ufficialmente gli amministratori. Le attività investigative, sviluppatesi tramite accertamenti bancari, perquisizioni, assunzione di informazioni, analisi di traffici telefonici e riscontri terzi soggetti, hanno permesso di scoprire ripetuti reati tributari, nonché appurare l’illecita somministrazione di un vasto numero di lavoratori, formalmente alle dipendenze delle citate società, ma di fatto alle dirette dipendenze di altre aziende. Tra l’altro, questo sistema, consentendo un risparmio netto di spesa per gli omessi esborsi contributivi (che venivano coperti con le compensazioni dei falsi crediti Iva), ha consentito agli indagati di operare sul mercato con prezzi del lavoro oltremodo competitivi, in sostanziale concorrenza sleale con le imprese operanti correttamente.

IL DANNO ALL’ERARIO 

Il danno all’Erario è stato quantificato in 31.327.520 euro di base imponibile non dichiarata ai fini delle imposte sui redditi, 5.850.562 euro di Iva evasa, 7.022.129 euro di crediti d’imposta fasulli, oltre a 6.811.924 euro di fatture per operazioni inesistenti emesse nei confronti di imprese clienti, aventi sede principalmente nelle province di Brescia, Bergamo e Milano.

In esito all’analisi della documentazione bancaria acquisita, sono stati inoltre scoperti plurimi casi di riciclaggio del denaro proveniente dalle frodi fiscali, nonché intestazioni fittizie di beni e false firme di girata su assegni. Al termine delle indagini, le Fiamme Gialle hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo “per equivalente”, emessa dal Gip di Milano, sottraendo agli indagati conti correnti, abitazioni, autorimesse, terreni, autovetture, motoveicoli, quote azionarie ed anche un potente motoscafo ormeggiato sul lago di Garda. Molti dei beni sequestrati non erano direttamente intestati agli indagati, ma le indagini eseguite hanno consentito di scoprire che erano nella loro piena disponibilità, ancorché acquistati da altre persone compiacenti.

LA NOMADE CHE VIVEVA IN UNA VILLA

Nell’ambito dell’operazione è stata inoltre assicurata alla giustizia E.J. (alias R.J.), cittadina straniera destinataria di un ordine di carcerazione per esecuzione pena, poiché condannata definitivamente ad oltre 6 anni di carcere per plurimi reati contro il patrimonio (furti in abitazione, ecc), la quale era latitante da oltre un anno e, seppur ufficialmente residente in un campo nomadi a Bedizzole, in provincia di Brescia, viveva impunemente sotto diverse generalità in una lussuosa villa a Boltiere.

Solo l’arguzia dei finanzieri, i quali insospettitisi sui dati anagrafici della donna, l’hanno sottoposta ad accertamenti A.F.I.S. (Sistema Automatizzato di Identificazione delle Impronte) risalendo ai vari “alias” utilizzati, ha consentito di ricondurre E.J. alla persona destinataria del provvedimento, procedendo al suo arresto.

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