E’ di quattro anni la pena chiesta dal pubblico ministero Giancarlo Mancusi nei confronti dell’imprenditore Pierluca Locatelli, accusato di aver versato una tangente da 50 mila euro all’ex assessore del Comune di Bergamo Marcello Moro (Forza Italia e Pdl).
L’inchiesta era partita da un’intercettazione telefonica a Pierluca Locatelli. Nella telefonata l’imprenditore di Grumello del Monte aveva sostenuto di aver versato all’ex assessore comunale (chiamato semplicemente “Marcello”) 50mila euro per agevolare il pagamento da parte del Comune di Bergamo all’impresa fiorentina Baldassini-Tognozzi per i lavori effettuati nell’area di Sant’Agostino, in Città alta.
L’interesse di Locatelli nella vicenda era quello di recuperare un credito da 800 mila euro che vantava nei confronti dell’impresa toscana che, incassando denaro, avrebbe saldato più facilmente il proprio debito. Da lì la Guardia di Finanza ha iniziato a rovistare in quasiasi carta e faldone trovando altri elementi d’accusa.
OItre all’accusa di corruzione, per Locatelli c’è anche quella di finanziamento illecito ai partiti, che riguarda anche un altro imprenditore, Massimo Vitali, e ancora Moro. Secondo l’accusa, i due imprenditori avrebbero finanziato sede e personale del consolato del Ghana a Milano, guidato proprio da Moro.
Roberto Bruni, difensore di Locatelli, ha chiesto il proscioglimento dalle accuse. Nadia Germanà e Tomaso Cortesi, legali di Vitali e Moro, hanno chiesto il non luogo a procedere. Il gup Tino Palestra deciderà il 12 novembre.
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