Pochi lo sanno: il Comune di Bergamo paga tutte le spese per il mantenimento del tribunale. Nonostante sia un servizio di cui usufruiscono gli abitanti di tutta la provincia (e anche oltre), a pagare è solo Palafrizzoni e quindi i cittadini del capoluogo.
In tempi difficili per i conti degli enti locali l’amministrazione è costretta a sborsare quasi due milioni di euro (per la precisione 1,9) per la gestione del tribunale di via Borfuro e l’attività del giudice di pace: riscaldamento, pulizie, addirittura le spese telefoniche dei magistrati. Non da ultimo il contratto di affitto per l’ex scuola di magistratura a cui è arrivato il via libera dal ministero della Giustizia. Si parla di una cifra di poco meno di 200 mila euro che il Comune dovrà mettere sul piatto per ampliare il tribunale e risolvere il problema di spazi. Dei 1,9 milioni messi a bilancio ogni anno da Palafrizzoni lo Stato, secondo la normativa, dovrebbe restituire l’80%. Le percentuali invece sono completamente ribaltate. Bergamo garantisce l’80% delle risorse, Roma ne fa tornare un quinto. Molti altri Comuni capoluogo si sono rivolti ad Anci per protestare.
Il vicesindaco e assessore al Bilancio Sergio Gandi incontrerà i rappresentanti del tribunale per ridiscutere alcune spese, come confermato durante la spiegazione degli equilibri di bilancio in commissione. “Gli 1,9 milioni gravano in maniera molto significativa sulle casse comunali – spiega -. Soltanto una quota minoritaria ci viene restituita. Nell’ultimo triennio di quello che abbiamo messo per affiancare il ministero della giustizia non incassiamo un quinto. Ci sarà un tentativo di discutere con chi dovere. Alcune voci di spesa sono singolari: le spese telefoniche dei magistrati non sono cosa da poco di questi tempi”.
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