• Abbonati
Economia

La nuova sede Usa porta bene alla Minelli: vendite in crescita fotogallery

Il gruppo con sede a Zogno è stato protagonista di un incontro a Confindustria Bergamo nell'ambito del ciclo dedicato all’internazionalizzazione.

Dall’Albania alla North Carolina: è questo l’orizzonte in cui si muove Minelli spa di Zogno, produttore di componenti per legno, in particolare manici per pennelli, coltelli e spazzole, calci per fucili per sport e tempo libero, che ha deciso di chiudere il cerchio della filiera produttiva, gestendo direttamente sia la fase dell’approvvigionamento della materia prima, attingendo direttamente alle ampie foreste di faggio albanesi, sia la vicinanza al consumatore locale, visto che negli Stati Uniti colloca il 70% dell’export.

Così in Albania comincia il processo produttivo che viene completato a Zogno e a Gottolengo, in provincia di Brescia, mentre da quest’anno è attiva in North Carolina, terra ricca di moltissimi piccoli produttori, una società commerciale che segue i clienti e permette a Minelli di consolidare la sua posizione nei componenti di alta gamma. Lo sviluppo tecnico del prodotto, i continui restyling, l’assistenza al cliente sono infatti le caratteristiche vincenti che hanno permesso all’azienda di mantenere e rafforzare la leadership in questo specifico settore. In Albania il gruppo Minelli è sbarcato nel 2010, grazie ad un accordo con un produttore locale che si rafforzato due anni fa. Risale invece all’aprile scorso l’apertura della sede americana.

“Per noi il mercato statunitense è il più importante e da solo assorbe circa il 70% del nostro export – ha spiegato Adriano Minelli, presidente e direttore amministrativo di Minelli spa agli imprenditori di Confindustria Bergamo – e, grazie alla filiale commerciale a Charlotte, riusciamo a seguire in maniera più capillare la clientela”.

Il quartier generale dell’azienda è però saldamente a Zogno, dopo lo spostamento da Ambriola di Costa Serina, dove è rimasto un sito produttivo, avvenuto nel 1971. Completa l’assetto lo stabilimento di Gottolengo, in provincia di Brescia. L’azienda è in effetti una storica realtà di imprenditoria familiare: è attiva infatti dal 1937 ed oggi, con Luca Minelli, attuale amministratore delegato, è all’opera la quarta generazione. Complessivamente il gruppo dà lavoro a 160 dipendenti e prevede di chiudere l’anno con vendite totali pari a 30 milioni di euro, dopo avere realizzato nello scorso anno 28 milioni, distribuiti fra gli introiti relativi ai calci per fucile (13 milioni), ai pennelli e seghetti (11 milioni), ai manici per spazzole e per coltello. ll 90% delle vendite è realizzato all’estero, principalmente negli Stati Uniti e in Europa. Le vendite interne coprono circa il 10% e non ci sono segnali incoraggianti per una loro crescita.

Anche il capitolo occupazione vive di contrasti: “In valle – ha sottolineato – c’è eccedenza di manodopera, ma noi fatichiamo a trovare operatori altamente qualificati per il nostro settore, ingegneri, periti meccanici esperti”.

“In Albania – ha spiegato Adriano Minelli, presidente e direttore amministrativo di Minelli spa agli imprenditori di Confindustria Bergamo – abbiamo proceduto con molta gradualità e se in un primo tempo il nostro interesse era focalizzato solamente sulla materia prima, in un secondo tempo abbiamo avviato alcune lavorazioni, anche se buona parte della produzione prosegue in Italia”. La presenza produttiva in Albania ha consentito l’ingresso in settori nuovi, come le spinette in legno per mobili e la conseguente firma di un importante contratto con il colosso commerciale Ikea che prevede la produzione di 75 milioni di spinette nell’arco dei prossimi 3 anni. Un altro filone che l’azienda sta esplorando è quello dei componenti per giocattoli in legno che, come ha confermato la partecipazione alla Fiera del giocattolo di Norimberga, la più grande fiera del settore, sta avendo una nuova fortuna.

L’esperienza della Minelli è stata protagonista del quinto incontro del ciclo organizzato da Confindustria Bergamo sull’internazionalizzazione, dedicato ai profili contrattuali, fiscali e contributivi del lavoro dipendente all’estero, argomento che interessa da vicino molte aziende bergamasche, anche medio piccole, sempre più orientate verso i mercati esteri. In particolare il focus era sull’area balcanica, che presenta indubbie attrattive, come ha spiegato Marino Inio, managing director di Unicredit International Center Italy, grazie soprattutto alla strategica posizione centrale. In particolare in Serbia, Slovenia, Slovacchia e Croazia sono operative oltre 200 aziende italiane, attratte, pur in un ventaglio di situazioni molto differenziate fra paese e paese, dalla presenza di manodopera qualificata a basso costo anche a causa del generale elevato livello di disoccupazione e in diversi casi da misure per favorire investimenti stranieri.

Rossana Pecchi

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI