Dopo il rapimento avvenuto in Siria lo scorso 30 luglio, la bergamasca Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sarebbero state già vendute due volte. Lo afferma il quotidiano libanese al Akhbar, vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah alleato del regime di Damasco.
Lo stesso quotidiano riferisce con certezza che le due volontarie non sono in mano ad Isis, come invece sostenuto da alcuni organi di stampa britannici.
Il quotidiano cita una fonte identificata con uno pseudonimo, Ahmad, descrivendola come "un ex miliziano"di Abizmu, la località dove si sono perse le tracce delle due italiane ai primi di agosto scorso.
La fonte citata da al Akhbar sostiene che Vanessa e Greta sono "state attirate a Abizmu" nell’ambito di un piano preordinato per rapirle e chiedere un riscatto.
Solo successivamente, "l’attivista" – di cui la fonte non conosce l’identità – in cambio di denaro le ha attirate nella trappola: una visita in casa del "capo del consiglio rivoluzionario di Abizmu", l’uomo forte della cittadina.
Quest’ultimo, prosegue il racconto, le ha subito vendute a un altro gruppo armato della zona. La fonte esclude che le due italiane possano esser state vendute allo Stato islamico e fa intendere che Greta e Vanessa si trovino tra la regione occidentale di Aleppo e il confine turco.
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