Una storia d’amore e di ingiustizia. E’ quella di una madre di Bergamo, Patrizia, e di suo figlia Matteo, 12 anni, disabile.
L’anno scolastico è cominciato con una brutta notizia per loro. I tagli all’istruzione decisi dal governo hanno portato via a Matteo l’insegnante di sostegno che fino allo scorso giugno lo assisteva e gli permetteva di rimanere in classe con i suoi compagni.
Con l’avvio del nuovo anno, invece, si è ritrovato solo in classe e con grosse difficoltà. Matteo, 12 anni, è affetto da un disturbo dello spettro autistico associato. Avrebbe quindi bisogno di assistenza specializzata durante la giornata scolastica.
In più quest’anno ha iniziato la prima media, cambiando amici e contesto, e ritrovandosi catapultato in una realtà completamente nuova, con l’aggiunta così delle difficoltà di ambientamento.
Chi più di lui avrebbe diritto a un sostegno? Ma a Bergamo, la città dove vive, non è stato possibile trovarlo.
Così Patrizia, sua mamma, si è dovuta sostituire all’insegnante di cui Matteo ha necessità. Dopo aver contattato preside e provveditorato, ha deciso di fare una proposta alla scuola, come racconta a Redattore sociale:
"La mia proposta disperata è di restare in classe con Matteo, perché certo non posso lasciarlo solo. Il preside acconsente, addirittura mi dice che ci aveva pensato anche lui, come se tutto ciò fosse normale".
commenta