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Bergamo

Palafrizzoni, anche Gori costretto a vendere 6 milioni di azioni A2A

Rispettare il Patto di stabilità è diventato un esercizio virtuoso che pochi possono permettersi senza sacrificare totalmente la voce “Nuove opere pubbliche”. Bergamo ci riesce solo grazie a un tesoretto che negli anni sta per essere eroso: le azioni A2A. Palafrizzoni quest'anno dovrà vendere subito 6 dei 30 milioni di valore totale, con la possibile previsione di metterne sul mercato altri 5 nel caso non entrino diverse risorse. Non è una novità.

Rispettare il Patto di stabilità è diventato un esercizio virtuoso che pochi possono permettersi senza sacrificare totalmente la voce “Nuove opere pubbliche”. Bergamo ci riesce solo grazie a un tesoretto che negli anni sta per essere eroso: le azioni A2A. Palafrizzoni quest’anno dovrà vendere subito 6 dei 30 milioni di valore totale, con la possibile previsione di metterne sul mercato altri 5 nel caso non entrino diverse risorse. Non è una novità. Da anni le azioni vengono vendute per realizzare le opere pubbliche e nello stesso tempo rispettare il Patto imposto dallo Stato.

L’amministrazione Tentorio aveva previsto di vendere tutte le quote azionarie nel 2014 (30 milioni di euro). Il sindaco Giorgio Gori e il suo vice Sergio Gandi, assessore al Bilancio, hanno deciso di metterne sul mercato al massimo solo un terzo: 6 milioni subito ed eventualmente 5 entro la fine dell’anno. Come è stato possibile un simile risparmio? Attraverso la razionalizzazione di alcuni pagamenti e la programmazione di alcune opere spalmata anche sul prossimo anno.

SPESE CORRENTI – La revisione della spesa attuata nei primi mesi di mandato ha permesso alla macchina comunale di ottenere un disavanzo virtuoso sulle spese correnti. Fino a giugno le uscite superavano le entrate di 3 milioni di euro. Ora la differenza è di 800 mila euro. Il risultato è stato ottenuto con l’aumento di entrate e trasferimenti inattesi (1,7 milioni di euro) e la riduzione di alcune spese (500 mila euro di risparmio netto con 300 mila euro in più utilizzati per finanziare nuove iniziative). “Siamo riusciti a razionalizzare senza toccare i servizi – precisa il primo cittadino Giorgio Gori -. Ad esempio sono diminuiti i lavoratori interinali, sono stati ridefiniti alcuni contratti. Teniamo presente che la passata amministrazione non aveva previsto nemmeno un euro per lo staff del sindaco, per l’apertura della Carrara, per i fondi alle associazioni erogati dalle ormai ex circoscrizioni”.

FONDO DI SOLIDARIETA’ – Per il secondo anno consecutivo Palafrizzoni dà allo Stato più di quanto incassa. La ripartizione del fondo di solidarietà infatti assegna 11,5 milioni al Comune a fronte di un contributo di 13,5 milioni, aumentato di un milione rispetto al 2013. A questo dato si aggiungono gli stretti vincoli imposti dal Patto. Se non cambieranno le regole, l’anno prossimo c’è il rischio di non poter programmare nessuna opera. “Non vogliamo fare del vittimismo – commenta l’assessore al Bilancio Sergio Gandi -. È un dato obiettivo con il quale fare i conti. Non ci rasserena e non ci mette di buonumore. Cercheremo di far valere le ragioni dei Comuni. Tutto quello che riusciamo a fare è un buon risultato”.

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