I tempi dei picchetti dei leghisti sono lontani. L’inceneritore di Dalmine continua a bruciare i rifiuti speciali in arrivo da Roma e Napoli e da ora potrebbe smaltirne molti altri. L’articolo 35 dello “Sblocca Italia” infatti prevede «misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive».
Tradotto: via libera alla circolazione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale e semplificazione dell’autorizzazione a realizzare la terza linea dell’impianto bergamasco gestito da Rea. Di fatto si scavalcano tutte le misure adottate da Regione Lombardia, che ha approvato il nuovo piano rifiuti dopo aver bloccato tutto con una moratoria.
L’assessore all’Ambiente Claudia Terzi, ex sindaco di Dalmine, annuncia battaglia contro un provvedimento che manderebbe all’aria anni di lotte contro i problemi causati dagli inceneritori. La Regione è pronta a impugnare l’articolo 35 davanti alla Corte costituzionale.
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