Non può esserci una pensione per tutti. Ne è convinto Vittorio Conti, commissario Inps, che ha dato la sua ricetta a margine del seminario ‘Il sistema previdenziale tra sostenibilità finanziaria e adeguatezza organizzato dalla Febaf (Federazione Banche Assicurazioni e Finanza).
Sui tempi e modi di uscita dal mondo del lavoro, ha spiegato il commissario origianrio di Lovere "la struttura di riferimento del sistema previdenziale pubblico deve essere più flessibile In particolare si tratta di non stabilire una data di uscita dal lavoro fissa, uguale per tutti".
Per il commissario Inps, "in base alla contribuzione raggiunta si può decidere se andare avanti o meno». Insomma, «raggiunta una certa quota di contribuzione» si potrebbe «lasciare la libertà» e far sì che la data di uscita dal mondo del lavoro sia «parte di una valutazione» soggettiva.
Conti ha sottolineato come se finora attraverso le diverse riforme "abbiamo innalzato l’età lavorativa", adesso si tratta "di rendere un pò più flessibile il sistema" visto che "non tutti i lavori sono uguali e ad esempio un minatore non può lavorare fino a 80 anni".
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