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Il caso

Uccise un ladro: Monella va in carcere, il figlio: “Papà, esci presto”

"Speriamo di rivederci presto fuori di qua". Si sono salutati così Antonio Monella e il figlio Alberto, 26 anni. L'imprenditore di Arzago, condannato a 6 anni e 2 mesi per aver ucciso un ladro, ha deciso di costituirsi e lunedì mattina si è presentato in via Gleno.

 "Speriamo di rivederci presto fuori di qua". Si sono salutati così Antonio Monella e il figlio Alberto, 26 anni. L’imprenditore di Arzago d’Adda, condannato in via definitiva a 6 anni e 2 mesi di reclusione per aver ucciso a colpi di fucile nel 2006 Ervis Hoxha, albanese di 19 anni che gli era entrato in casa per un furto con dei complici, ha deciso di costituirsi e lunedì mattina si è presentato in carcere a Bergamo. 

Ad accompagnarlo verso il penitenziario di via Gleno il suo avvocato, Enrico Mastropietro, e il figlio Aberto: "Potete immaginare come stava, malissimo come noi – le sue parole a Bergamonews – . Speriamo che questo periodo di detenzione passi alla svelta e torni presto a casa".

 Antonio Monella a marzo, attraverso l’intervento di alcuni politici, tra i quali MAtteo Salvini della Lega Nord, aveva chiesto la grazia al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che però non si è ancora pronunciato. La sentenza irrevocabile di condanna è del 25 febbraio scorso.

Nel frattempo gli è stato concesso un differimento di sei mesi della pena detentiva che però è scaduto. Il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, si apprestava dunque a dare esecuzione alla pena: "Piuttosto che aspettare che venissero a casa a prenderlo – prosegue il figlio – mio papà ha preferito consegnarsi di sua spontanea volontà. Spero che questo suo gesto possa servire a chiudere la vicenda nel modo che tutti ci aspettiamo".

Intanto il Comitato per Monella è tornato nuovamente a chiedere la grazia. I concittadini del 52enne coordinati dal sindaco di Arzago D’Adda, Gabriele Riva, che è anche segretario provinciale bergamasco del Partito Democratico hanno diffuso un comunicato:  "Nei giorni scorsi la stampa, non solo locale, è tornata sulla vicenda Monella evidenziando a più riprese che dopo la concessione del differimento dell’esecuzione della pena, disposta dal Magistrato di Sorveglianza per il termine di 6 mesi, non vi è stata alcuna risposta ufficiale alla domanda di grazia presentata dal Monella e sostenuta dal nostro Comitato, che ha raccolto un numero considerevole di adesione da parte di cittadini della zona".  

"Sulla stampa sono comparse anche opinioni critiche nei confronti dell’iniziativa e dei suoi promotori, opinioni certo rispettabili, ma, in ogni caso, infondate, dal momento che l’iniziativa sostenuta dal nostro Comitato, lungi dall’assumere connotazioni politiche o di parte, si fonda sulla conoscenza della persona del condannato e sul fatto che il Magistrato di Sorveglianza, nel differire l’esecuzione della pena, ha evidenziato che il “delitto è maturato in circostanze del tutto particolari e alla consumazione dello stesso ha certamente contribuito (unitamente ad un certo non trascurabile allarme sociale che si era propagato nella zona di residenza della persona a causa di reiterati episodi di rapine e furti all’interno di private abitazioni) il forte stato emotivo e di ansia che ha pervaso il soggetto a causa del furto che stavano compiendo i malviventi che in orario notturno si erano introdotti all’interno dell’abitazione del Monella".  

"Ci permettiamo quindi, pur nel pieno rispetto della sentenza di condanna pronunciata dalla Magistratura, di sollecitare nuovamente la concessione del beneficio della grazia, quantomeno parziale, per far sì che la pena venga comunque eseguita, ma con modalità diverse dalla detenzione in carcere, tenuto conto del comportamento del condannato e delle particolari circostanze in cui si è consumato il tragico evento".

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