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India

Nuova accusa per i marò: “Cercarono di coprire il loro operato”

L’accusa arriva dai media indiani: Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, i due marò italiani trattenuti in India e in attesa di processo per aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori indiani al largo del Kerala avrebbero fatto pressioni sul capitano della Enrica Lexie, Umberto Vitelli, chiedendogli di fornire una versione diversa da ciò che quel giorno accadde. Secondo quanto scrive il quotidiano indiano Hindustan Times, i due marò «cercarono presumibilmente di coprire il loro operato".

L’accusa arriva dai media indiani: Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, i due marò italiani trattenuti in India e in attesa di processo per aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori indiani al largo del Kerala avrebbero fatto pressioni sul capitano della Enrica Lexie, Umberto Vitelli, chiedendogli di fornire una versione diversa da ciò che quel giorno accadde. Secondo quanto scrive il quotidiano indiano Hindustan Times, i due marò «cercarono presumibilmente di coprire il loro operato spingendo il capitano della petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare». L’Hindustan Times cita una fonte del ministero dell’Interno indiano che avrebbe richiesto l’anonimato. Secondo questa fonte , «il capitano della Enrica Lexie generò un rapporto via e-mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St. Antony erano armati mentre gli investigatori indiani verificarono che tutti gli undici pescatori a bordo erano disarmati. Non c’erano armi sul peschereccio». La email fu mandata ad una organizzazione per la sicurezza marittima che la avrebbe poi inoltrata all’International Maritime Organisation, agenzia dell’Onu per il rafforzamento della sicurezza marittima. Sempre secondo il quotidiano, l’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana interrogò il capitano della Enrica Lexie che negò di essere stato testimone dell’incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la email sotto la pressione dei fucilieri di Marina accusati. «L’obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati».

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