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Fatti e misfatti

Campionato, Dea pronta Ma mancano i giubbotti per i tifosi che si abbonano

All’Atalanta Store di Orio Center, già dalla settimana di Ferragosto, mancano le taglie piccole e intermedie. In campo invece la squadra dimostra di essere già in ottima condizione. Ma la rosa è da sfoltire. Stendardo e Brivio in partenza?

Di Luciano Passirani

Da un lato la soddisfazione della società per avere raggiunto i 10.000 abbonamenti. Dall’altro l’amarezza di parecchi fedelissimi, rimasti senza l’oggetto del desiderio, il giubbotto camouflage annesso alla tessera annuale.  

In particolare i più piccoli. Visi con dipinta la delusione. Genitori ancor più esterrefatti, per usare un termine contenuto. All’Atalanta Store di Orio Center, già dalla settimana di Ferragosto, mancano le taglie piccole e intermedie. Inutile ripiegare sulle taglie forti, ancora disponibili.  

Le spiegazioni poco concilianti della responsabile non lasciano soddisfazione alcuna . Nemmeno la speranza. “Cosa pretendete, ne abbiamo preparati 12.500".  

Non sappiamo quali decisioni in merito arriveranno dalla società. Di certo chi non ha ancora ritirato il giubbotto o chi intendesse staccare un nuovo abbonamento deve avere una taglia forte. Altrimenti rien ne va plus.  

Altra musica quando, tralasciato il marketing, l’Atalanta torna a fare il proprio mestiere. L’Atalanta c’è. Gioca da squadra di Serie A e la differenza di valori in campo si vede. Malgrado un volenteroso Pisa, a tratti anche fin troppo aggressivo, il turno di Coppa Italia viene superato. E anche con parecchie occasioni sprecate.  

Il risultato non è mai in discussione, pur se il primo gol di Cigarini, trascorsi neanche nove minuti, viene platealmente contestato dall’allenatore dei toscani Braglia. Una vecchia volpe dei campi minori che di fronte a un dubbio fuorigioco di Denis trova il modo di farsi espellere per proteste. Esagerato.  

Atalanta con qualche novità nello schieramento iniziale. La coppia dei centrali è formata da Biava e Benalouane, con quest’ultimo che a luglio era accreditato come quarto difensore o piuttosto possibile alternativa a Zappacosta, come esterno di destra della difesa.  

Il mancato impiego di Stendardo lascia aperto più di un interrogativo. Non ha ancora recuperato dagli acciacchi da preparazione? Oppure non è poi così fantasiosa la sirenetta targata Genova, sponda Doria? Personalmente non rinuncerei a uno come Stendardo.

Anche perché Benalouane, pur nella sufficienza della prestazione, non ha del tutto convinto. Troppi i rinvii imprecisi, piuttosto che fare ripartire la squadra. Domenica arriva il Verona e a fare a sportellate con il non tanto simpatico Luca Toni, potrebbe farsi trovare pronto proprio l’avvocato napoletano. Fermo restando che Biava appare inamovibile come secondo centrale titolare.

Colantuono sorprende anche dal punto di vista tattico. Meno integralista, oppure sarà che l’avversario è inferiore, ma Denis non viene più lasciato solo al proprio destino.  

Con la squadra in possesso di palla Estigarribia e Bonaventura, ben protetti da Cigarini e Carmona, stanno molto alti e Maxi Moralez volteggia al fianco del Tanque.  

Un 4-2-4 piuttosto che il 4-4-1-1 annunciato. Difficile che si possa ripeterlo fin da domenica con il Verona, sulle cui ripartenze l’Atalanta dovrà prestare maggiore attenzione.

Nella scala dei valori il giovane Spinazzola sembra avere rubato spazio a Raimondi. E’ lui a rilevare un non sempre efficace Estigarribia. Per lui il primo gol in maglia neroazzurra in una partita che vale. Tanto Raimondi sa farsi trovare sempre pronto.  

La rosa è ancora numerosa. 30 giocatori sono troppi. Ben venga superare il turno di Coppa e magari crederci più del passato. L’ultima settimana di mercato servirà per sfoltire. Il problema è trovare acquirenti. Ma se i big rimangono, per mancanza di acquirenti o per scelta, questa rosa è competitiva per non parlare solo di salvezza. Colantuono non lo dice. Lo sa.  

Chiudo con uno spillo di mercato. Nemmeno in panchina si accomoda Brivio. Il che fa pensare che la sua storia atalantina sia al capolinea. In campo il nuovo Dramè ha dimostrato di avere l’appeal del titolare. La società pare non avere gradito il rifiuto di Brivio ad accettare la destinazione Genoa. Con la mancata entrata dei circa 3 milioni di euro concordati con il Genoa il gioco si fa duro.  

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