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Operazione Salvataggio, la Schindler’s list dell’arte durante la guerra

L'arte conserva e protegge l'identità e la storia di un popolo. Troppo spesso si da per scontato quanto dna di ognuno di noi sia racchiuso in un monumento. la memoria del passato, grazie al lavoro di Monuments men, è l'ingrediente segreto per combattere ogni forma di revisionismo, ma soprattutto per rendere immortale un'era.

Titolo: Operazione salvataggio;

Editore: Chiarelettere;

Pagine: 238;

Costo: 14.90 euro;

 

Operazione salvataggio di Salvatore Giannella, edito da Chiarelettere, è un libro che non può mancare nelle librerie degli appassionati d’arte. Ma non solo. Ognuno di noi dovrebbe dedicare qualche ora a sfogliare il racconto del nostro passato artistico, per troppo tempo sottovalutato e dimenticato. Qui l’arte prende una direttiva diversa.

Il lettore non deve aspettarsi un trattato. Nessuna descrizioni di quadri, di stili o tecnicismi. Il compito di Giannella è quello di ridare vita ad alcuni eroi del passato, eroi che la maggior parte degli italiani ignora – inclusa la sottoscritta -.

Tutto ha inizio durante la seconda guerra mondiale.

Di fronte alla follia hitleriana di dominio assoluto e di razzia pantagruelica nasce una speciale task force americana , i Monuments men, supportata da un apparato italiano e non solo. Persone comuni, 007, reparti speciali dell’esercito americano, sovraintendenti delle belle arti, professori di storia dell’arte hanno messo in pericolo la propria vita e quella dei propri famigliari.

Colpisce, in corso di lettura, uno scritto a firma del comandante in campo delle forse alleate Eisenhower: … Se dobbiamo scegliere tra distruggere un famoso edificio e sacrificare i nostri soldati, la vita dei nostri uomini conta infinitamente di più dell’edificio.

Ma la scelta non è sempre così netta. In molti casi i monumenti possono essere salvati senza alcun detrimento per le operazioni… È nostro dovere rispettare questi monumenti per quanto la guerra lo consente… Le truppe tedesche in Italia avevano un compito: fare piazza pulita e fare razzia di ogni bene artistico. La passione per l’arte, divenuta ossessiva e fobica, fu uno dei tratti distintivi della figura del Fuhrer. Giannella ripercorre tutta la storia, fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’intento di far capire al lettore quanto potrebbe perdere. I suoi eroi sono italiani, americani, inglesi, svizzeri, spagnoli.

Per citare tra i più rappresentativi, basti pensare a Pasquale Rotondi (…l’uomo che i posteri ricorderanno come lo «Schindler dell’arte italiana»…), sovraintendente delle Marche che riuscì a portare in salvo ben 6509 capolavori dei geni italiani; le mirabolanti peripezie dello 007 Rodolfo Siviero (…ebbe un ruolo fondamentale nella salva-guardia dell’arte italiana. Dapprima come agente segreto fascista, poi come uomo della Resistenza e infine come funzionario della Repubblica…); Palma Bucarelli (…Questa ragazza dal volto pallidissimo e dagli occhi verdi e imperativi difese il patrimonio che le era stato affidato con la tenacia di un mastino…).

E ancora, il capitano Clarke passato alla storia per aver salvato Sansepolcro dal bombardamento. Di lui, si scrive, che fu l’immagine del dipinto della Resurrezione di della Francesca scolpita nella memoria, a far si che si ribellasse agli ordini dei suoi superiori (…il capitano Clarke aveva salvato con grande coraggio Sansepolcro e la Resurrezione, mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei suoi uomini…) Una “chicca”, inaspettata, il lettore la scorge quando Giannella pone l’attenzione sulle opere artistiche di pittori ebrei durante la follia antisemita del Reich. La ferocia contro il popolo ebraico è nota a tutti.

La distruzione totale e irreversibile erano l’obiettivo finale. Ma la storia, e la gente comune, si è sempre ribellata. Questa ribellione ha portato a salvare anche le opere d’arte ebraiche. Testimonianza di una cultura che rischiava davvero l’estinzione in tutti i sensi. È stata la passione e la dedizione di un uomo, un trevigliese (per questo parlavo di un certo stupore), Roberto Malini, a ridare alla comunità ebraica un pezzo della propria storia. Giannella ricorda nel libro del progetto «Artisti dell’Olocausto». Una collezione di oltre 170 opere che Malini ha poi donato al Museo nazionale della Shoah a Roma nel 2012.

La testimonianza del nostro conterraneo riassume in pieno il senso del libro di Giannella. La memoria è passata anche da Treviglio.

E il nostro augurio è che dopo aver letto questo libro, si possa guardare all’arte come a qualcosa da salvare. Ora e sempre.

 

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