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Governo

Settimana cruciale per Renzi: e c’è chi parla di voto anticipato

Riforme subito, bonus allargato in forse, conti che non tornano e lo spettro delle elezioni anticipate. La prima settimana di agosto si annuncia cruciale per il governo e per il premier Matteo Renzi.

Riforme subito, bonus allargato in forse, conti che non tornano e lo spettro delle elezioni anticipate. La prima settimana di agosto si annuncia cruciale per il governo e per il premier Matteo Renzi.

L’esecutivo deve ottenere il via libera al disegno di legge sulle riforme entro venerdì 8 agosto e così incassare, prima della pausa estiva, una vittoria utile per rilanciare la sua azione politica.

Ma proprio dalle file renziane si riaffaccia una pulsione al voto anticipato che, al momento, non sembra attrarre il premier.

Non è l’unico segno di fibrillazione. Dalle parti del Nuovo centro destra (Ncd) il prossimo appuntamento di Renzi con Berlusconi crea più di un mal di pancia.

Al Senato, intanto, nel pomeriggio dell’8 agosto, dovrebbe riprendere la maratona: maggioranza e opposizione per tutta la settimana saranno impegnati in Aula fino a notte tarda per sfoltire gli oltre 3700 emendamenti ancora da votare.

Sul tavolo pesa molto la trattativa parallela sulla legge elettorale, in particolare sulle soglie e sulle preferenze. Renzi ha tenuto a legare molto Berlusconi (/che forse incontrerà martedì) alla partita. Mostrandosi peraltro ottimista sulla possibilità di approvare l’Italicum entro la fine dell’anno o persino prima.

La mossa del premier, però, ha messo in agitazione gli alleati, preoccupati che l’intesa Pd-Fi sulle riforme possa penalizzarli sulla legge elettorale e persino negli equilibri digoverno. Fabrizio Cicchitto è stato chiaro: "Senza i voti di Ncd non si andava da nessuna parte" sulle riforme.

Intanto il sindaco di Firenze Dario Nardella in un’intervista ha proposto le urne, così come aveva già fatto il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, in una lettera al premier. Renzi non commenta ma ambienti vicini al governo lasciano intendere di condividere la tesi dei due senatori. Ancor meno sarà piaciuto dalle parti di Palazzo Chigi l’editoriale di Repubblica, critico sulle riforme, sul peso del premier (paragonato al ‘socialista di destra’ Bettino Craxi) e sulla capacità delgoverno di incidere sulla fase economica, al punto da invocare una sorta di commissariamento da parte della ‘troika’).

L’ipotesi del voto anticipato attrae, invece, Beppe Grillo. Il leader del M5S, che il 2 agosto ha auspicato le urne ad ottobre, da’ una forte sterzata alla strategia cinquestelle: stop al dialogo. 

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