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L'intervista

Guerini, amico di Pantani: “Spero per Marco che emerga la verità”

Dopo la notizia sulla possibilità che Marco Pantani non si sia suicidato ma che sia stato ucciso, anche il ciclista bergamasco spera che si possa arrivare alla verità su quella sera in cui il Pirata venne ritrovato morto: "Ora si apre un nuovo capitolo, spero sia l'ultimo e che lascino finalmente in pace Marco".

Contro di lui ha gareggiato per molti anni. Una rivalità corretta e contornata da un’amicizia lontano dai pedali.

Dopo la notizia diffusa sabato mattina da "La gazzetta dello sport" (Leggi qui) sulla possibilità che Marco Pantani non si sia suicidato ma sia stato ucciso, anche il ciclista bergamasco Giuseppe Guerini spera che si possa arrivare alla verità su quella sera in cui il Pirata venne ritrovato morto: "Adesso aspettiamo i risultati dell’inchiesta, mi auguro che si faccia luce su come siano andate davvero le cose – commenta Guerini a Bergamonews-. Sono state costruite tante storie intorno a Marco. Ora si apre un nuovo capitolo, spero sia l’ultimo e che lo lascino finalmente in pace".

Il corridore orobico aveva già saputo qualche mese che sarebbe emerso qualcosa di clamoroso sulla morte di Pantani: "Me lo anticipò la madre durante una serata benefica, senza riferirmi però di cosa si trattasse esattamente. La notizia l’ho letta anche io solo ora. Da mamma fa bene a portare avanti la sua battaglia e a pretendere la verità sul caso del figlio".

Nella sua carriera Guerini conquistò il terzo posto finale al Giro d’Italia del 1998, vinto dallo stesso Pantani. Una sfida iniziata molti anni prima: “Lo conobbi a una gara della categoria Juniores, nel 1986 – ricorda il ciclista – e nonostante avessimo solo 16 anni già si notavano le sue grandi doti in bicicletta. Era il più promettente tra noi ragazzi, i fatti poi hanno dimostrato che le previsioni erano azzeccate”.

Qualche anno dopo, nel 1991, sempre nelle categorie giovanili, ecco la sfida che si ripeté poi al Giro d’Italia del ’98: “Anche quella gara si concluse a Selva Val Gardena, e anche in quell’occasione arrivammo insieme fino al traguardo. Un ricordo che abbiamo condiviso al termine della tappa del 2 giugno 1998, quando Marco conquistò la sua prima Maglia rosa”.

Un anno d’oro quello per Pantani, che riuscì a conquistare la prestigiosa doppietta Giro-Tour: “Pantani era il più forte di tutti, non solo in quell’anno. Sono orgoglioso di aver gareggiato contro un campione del genere. Con il suo nome ha dato grande visibilità al ciclismo, oltre a portare numerosi sponsor e gente a seguire le corse”.

Fino a quel drammatico 14 febbraio 2004, quando Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini: “Venni a sapere cosa è successo proprio durante la mia festa di compleanno che cade lo stesso giorno. Rimasi senza parole, non potevo crederci. Eravamo coetanei, eravamo cresciuti insieme, come ciclisti e anche come ragazzi. Mi cadde il mondo addosso”.

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