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Il “1974” dei 4 alfieri del country rock: Crosby Stills Nash & Young

Cinque stelle! Brother Giober ha un debole, e Bgnews l'ha già testimoniato, per Crosby, Stills, Nash & Young. E il cofanetto della tournée del 1974 è un po' la summa della loro carriera: l’anno in cui CSN&Y erano “l’artista rock” per eccellenza: più degli “Stones”, dei “Led”, dei “Jefferson”, di Dylan.

Giudizio:

* era meglio risparmiare i soldi e andare al cinema

** se non ho proprio altro da ascoltare...

*** in fin dei conti, poteva essere peggio

**** da tempo non sentivo niente del genere

***** aiuto! Non mi esce più dalla testa

 

ARTISTA: Crosby, Stills, Nash & Young

TITOLO: 1974

GIUDIZIO: *****

Era il 1974, l’anno in cui tutto pareva possibile: liberarsi di un presidente corrotto, porre fine a un conflitto che aveva dilaniato la nazione, l’arrivo sul mercato del primo pc di successo (l’Altair 8800), parlare di divorzio (in Italia), di unioni gay (negli Stati Uniti).

Era l’anno in cui CSN&Y erano “l’artista rock” per eccellenza: più degli “Stones”, dei “Led”, dei “Jefferson”, di Dylan.

Rappresentavano l’incarnazione della libertà di pensiero, dell’agire. Cantavano Love the One you’re with a voler dire dell’amore libero, senza vincoli, ma anche Teach Your Children a significare, in modo crudo, lo scontro generazionale, le colpe dei padri che, spesso, ricadono sui figli e Ohio a denunciare le aberrazioni del potere.

Potevano fare qualunque cosa in quegli anni i quattro alfieri del country rock, persino permettersi, per la prima volta, un tour negli stadi, cosa che nessuno aveva avuto il coraggio di fare prima; con loro ad aprire i concerti altri artisti di grande levatura come Joni Mitchell e The Band.

Per pagare però tutto a caro prezzo se è vero quanto affermato da Nash in una recente intervista, perché la sensazione dell’onnipotenza portò presto i quattro a comportamenti irrazionali, esasperati, a usi smodati di droga necessari per sostenere i ritmi di quei tempi, a mettere in discussione la loro amicizia portandoli presto alla separazione tra mille rancori.

Questo straordinario cofanetto esce quale documento della tournée del 1974, fatta come scritto sopra negli stadi: 31 concerti in 24 città diverse in oltre due mesi, quaranta tracce riunite in tre cd più un DVD. Il box set è prodotto da Graham Nash e Joel Bernstein: il primo in un’intervista ha detto che si è trattato di un’impresa titanica, causata soprattutto dal perfezionismo esasperato di Young, mai soddisfatto della resa sonora del prodotto.

In realtà il risultato finale è straordinario: troverete tutte le canzoni più famose da Suite: Judy Blue Eyes, a Ohio, ma anche altre, allora non pubblicate che lo saranno dopo nei lavori singoli dei quattro come On the Beach di Young, Time After Time di Crosby, First Thing First di Stills e, infine altre, ancora assolutamente inedite come Traces, Goodbye Trick e Hawiian Sunrise.

I cd ripropongono la struttura del concerto e così il primo è elettrico il secondo acustico e il terzo ancora elettrico.

Straordinario è che alcune canzoni vengono proposte in una versione ancor più bella di quella presente su Four Way Street: è il caso, in particolare, di The Lee Shore, un brano che non amavo in modo particolare ma che qui, invece, assume una dimensione del tutto nuova grazie al preziosissimo lavoro delle percussioni che danno un effetto 3D al brano che invece è assente in Four Way Street.

Restando sul disco acustico è molto bella Change Partners di Stephen Stills, una ballata tipica del cantautore, ritmata, cantata con la solita voce leggermente roca e il coro dei quattro che ripetono il refrain come al solito in modo perfetto.

Only Love Can Break Your Heart è la solita meraviglia, con il suo andare lento, il piano che distilla note perfette e la chitarra acustica e i cori a fare il resto. Emozionante.

Altrettanto emozionante è Our House, il brano dove le armonie vocali dei quattro, probabilmente, raggiungono il limite più elevato.

Goodbye Dick è polemicamente dedicata a Richard Nixon che in quei mesi era sotto impeachment per lo scandalo Watergate, la canzon(cina) dura nemmeno 2 minuti, sufficienti per capire il sentimento di quei tempi che il popolo americano provava nei confronti del suo presidente.

Vi è anche spazio per una versione rallentata di Long May You Run, meno scanzonata di quella pubblicata anni dopo, ma non per questo meno bella.

Old man, che non appariva su Four way Street, è riproposta in una versione molto vicina a quella originale, così come Teach Your Children.

Chiude il set acustico Suite: Judy Blue Eyes in una lunga versione di oltre 9 minuti. Pur se il brano non presenta sorprese rispetto alle versioni già ascoltate, scorre via tuttavia fluido e piacevole.

Il set elettrico che occupa due dei tre cd a disposizione prende avvio con una versione diversa dal solito di Love The One You’re With, infarcita di percussioni che danno al brano almeno inizialmente, un’atmosfera caraibica, che però lascia ben preso il posto ai fraseggi delle chitarre che riportano il suono all’interno dei canoni di un rock blues di pregio.

Wooden Ship è più lenta e più articolata che non in Four way Street ma non per questo meno riuscita; carina è Immigration man che però denota in modo evidente il minor spessore di autore di Nash rispetto agli altri tre, mentre il circoletto rosso la merita On the Beach di Neil Young, in una lunga versione oltre sette minuti che è tutto un rincorrersi di chitarre a formare un’atmosfera dilatata, lisergica, assolutamente riuscita.

Black Queen, di Stills, ha movenze quasi hard e si basa molto sulle qualità tecniche del suo autore. Jimi Hendrix è veramente a un passo, così come certe fughe psichedeliche dei Jefferson Airplane.

Chiude il primo “dischetto” elettrico Almost Cut My hair, il capolavoro di David Crosby, ancora oltre sette minuti per una versione torrida di un brano leggendario.

Ascoltare il secondo dischetto elettrico significa immergersi ed appropriarsi totalmente delle atmosfere sonore di quegli anni.

Si inizia con una lunga versione di Déjà Vu per oltre 8 minuti di libertà artistica, di assenza di barriere: jazz, blues, rock (poco), Van Morrison, Jim Morrison, Grateful Dead, Jefferson Airplane tutti messi in fila in un brano che è la summa di un periodo d’oro della musica. Stacchi e ripartenze, improvvisazioni, pause, moltissime emozioni.

Pre - Road Downs non era uno dei miei brano preferiti in Four way Street, non lo è neppure in questo box set anche se questa seconda versione la preferisco, più libera e selvaggia.

Military madness di Nash è, ovviamente, un brano pacifista che se non ricordo male Crosby, Stills & Nash hanno riproposto nel concerto dell’anno scorso a Brescia. Il brano, anche se nulla più di una marcetta, è comunque accattivante e scorre via fluido.

Non poteva mancare Long Time Gone, uno dei punti più altri di ogni concerto dei quattro. Questa versione non sfigura al cospetto di quella del precedente riferimento dal vivo anzi per certi versi le supera, se non altro per intensità emotiva.

Chiudono il set elettrico due “pezzoni”: Chicago, altro inno pacifista a firma Nash, qui in una versione più ricca strumentalmente di quella di Four Way Street, ma ugualmente efficace e Ohio, più roboante che mai, quasi rabbiosa.

Poi c’è il dvd, mezzo audio visivo che non amo particolarmente, ma questa volta faccio un’eccezione: si apre con una bella immagine in primo piano di Neil Young, bello e in salute, come non avremo più occasione di rivedere. Parte una versione eccellente di Only Love Can Break Your Heart e l’emozione è totale; poi è tutto una sequenza di perle da Almost Cut My head a Déjà Vu.

Un box straordinario da avere assolutamente.

Ovvio non ci sono sorprese, né novità ma il contenuto è di altissimo livello. Unico neo il costo: in negozio quasi 80 euro, su Itunes poco meno di 20. Francamente la differenza abissale trova poche giustificazioni e, un po’, mi dispiace.

Se non si vuole ascoltare tutto il disco (ma ve lo sconsiglio):

The Lee Shore

Se non ti basta ascolta anche:

Crosby, Stills, Nash & Young – Four Way Street

Joni Mitchell – Miles of Aisle

The Band – Music from Big Pink

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