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Antimafia

Palermo, rubato gazebo di “Scorta Civica” presidiato dai bergamaschi

Un furto che fa rumore: venerdì scorso a Palermo è stato rubato il gazebo utilizzato da “Scorta civica” per il presidio che si svolge dal 20 gennaio davanti al Tribunale di Palermo, in difesa dei magistrati minacciati dalla mafia. Presenti anche alcune “agende rosse”, così si chiamano gli esponenti di Scorta Civica, della provincia di Bergamo.

Dalla giubbe rosse dei Mille Garibaldini alle Agende rosse contro la mafia. I bergamaschi sono sempre in prima linea che si tratti dell’Unità d’Italia o per la lotta alla malavita.

Ma è proprio sul fronte più caldo, a Palermo, che questa volta vengono colpiti o beffati.

Ignoti hanno rubato il gazebo utilizzato di “Scorta civica” per il presidio, che si svolge dal 20 gennaio scorso davanti al Tribunale di Palermo, per stare accanto al pm Nino Di Matteo e ai suoi colleghi della Procura di Palermo minacciati dalla mafia.

Il colpo è stato messo a segno mercoledì scorso.

Il gazebo riposto in un’ampia sacca veniva posato nel magazzino del Bar del Foro, proprio vicino al tribunale di Palermo, in attesa di essere ripreso nel turno successivo. Mercoledì scorso un uomo sulla quarantina, brizzolato, con gli occhiali, si è presentato al titolare del Bar spacciandosi per un esponente di “Scorta civica” e dopo essersi fatto consegnare il gazebo è scomparso senza lasciare traccia. La scoperta del furto è stata fatta solo venerdì scorso, quando alcuni esponenti di “Scorta civica” hanno saputo dal barista che il gazebo era stato prelevato due giorni fa.

Tra le persone presenti a Palermo al gazebo di Scorta Civica c’è anche Giovanna Pedroni di Levate che fa parte delle Agende rosse con Adriana Castelli, altra bergamasca che quel giorno non c'era ma a quel gazebo è spesso presente.

Il furto è uno scherzo di cattivo gusto o un atto intimidatorio?

Molto probabile sia la seconda ipotesi. Chi ha rubato il gazebo voleva l’interruzione dell’impegno di Scorta Civica che da sei mesi è presente fuori dal tribunale.

“Il nostro impegno continua – affermano gli esponenti delle associazioni di Scorta civica – . Di fronte ad episodi come questo, le nostre energie e la determinazione di ognuno di noi si moltiplicano”.

Ad avvallare l’ipotesi che si tratti di un atto intimidatorio c’è anche perché si sta avvicinando il 19 luglio, data in cui si ricorderà l’attentato che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta, i poliziotti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.

“Dal 16 al 24 luglio da Bergamo saremo in molti per ricordare il sacrificio di Borsellino e di quanti si battono contro la mafia” affermano i bergamaschi impegnati nelle Agende rosse che non intendono arretrare nemmeno di fronte agli atti intimidatori.

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