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La recensione

Jersey Boys, tra biografia e musical con ironia: grazie Clint!

Clint Eastwood a ottantaquattro anni si diverte a farci ascoltare bella musica e non trascura di raccontare la vita, soprattutto di narrare con sicurezza una storia di amicizia non tradita.

Titolo: Jersey Boys

Regia: Clint Eastwood

Genere: Biografico

Durata: 134 minuti

Cast: John Lloyd Young, Erich Bergen, Michael Lomemda, Vincent Piazza, Christopher Walken

Voto: 7.5 *** (*Da dimenticare – **non verrà ricordato – ***degno di memoria – ****indimenticabile)

Attualmente in visione: Cinema Conca Verde

La storia dei Four Seasons, il quartetto della East Coast che negli Anni ’60 fece impazzire il pubblico e tenne testa ai Beach Boys della West Coast.

Ovvero la storia di quattro amici italoamericani del New Jersey che crescono insieme, hanno successo insieme, affrontano più o meno insieme i rovesci della sorte.

Ovvero una storia alla Scorsese diretta invece da Eastwood.

Ovvero Clint Eastwood che a ottantaquattro anni si diverte a farci ascoltare bella musica e non trascura di raccontare la vita, soprattutto di narrare con sicurezza una storia di amicizia non tradita.

Questo aspetto della vicenda dei Four Seasons e del loro frontman Frankie Valli non poteva che piacere a Eastwood.

E’ tutta lì la “vita vera” di questi ragazzi: desiderio di arricchirsi e affrancarsi dalla mediocrità, furtarelli, connections “affettuose” con la mafia, amore, sesso, famiglia, droga, successo, debiti, rispetto per gli amici.

Sempre presente e mai ingombrante, la quotidianità scorre davanti ai nostri occhi, narrata a turno dai quattro protagonisti che si rivolgono direttamente in macchina, mai enfatizzata in contestualizzazioni storiche anche se cambiano mode e pettinature, filtrata a volte da una benevola ironia (il boss mafioso che versa qualche lacrima sulle note di “My Mother’s Eyes”, oppure lo sfogo di Nick sulla vita in tournée), sempre ritmata dalle esibizioni dei nostri.

Nel finale ci accorgiamo che ci sono tutti gli ingredienti del musical, il regista lo dichiara apertamente, anche se ci ha mostrato fino a quel momento un film biografico e solo per questo motivo gli inserti godibilissimi di sessioni musicali su palcoscenici di provincia o di città, in studi di registrazione o televisivi.

Impossibile non uscire dal film fischiettando uno dei motivi ascoltati ,“Sherry”, “Big Girls Don't Cry”, “Walk Like a Man”, “Rag Doll”...

Grazie Clint!

Paola Suardi

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