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La recensione

Un maiale pescato a Gaza narra la storia d’amore tra Israele e Palestina

"Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente" presenta “Palestina” e Israele come due innamorati, due amanti non sempre sinceri tra loro, che finiscono di rovinare il loro rapporto a furia di litigi e colpe rinfacciate, ma che prima o poi, torneranno ad amarsi.

Titolo: Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente;

Regia: Sylvain Estibal;

Genere: Commedia;

Durata: 98 minuti;

Attori: Sasson Gabay, Baya Belal, Myriam Tekaïa, Gassan Abbas, Khalifa Natour;

Voto: 7,5;

Attualmente in visione: Cinema Conca Verde.

Jafaar, un pescatore palestinese che vive nella striscia di Gaza, non riesce a trovare in mare pesce da vendere al mercato, pescando solitamente solo ciabatte, scarpe, spazzatura, ed un giorno, persino un maiale.

Considerato “impuro” sia dai palestinesi che dagli Israeliani, questo “insolito naufrago” viene usato da Jafaar per pagare dei debiti che lo condurrebbero in prigione. Una giovane colona russa, infatti, inizia a pagarlo profumatamente per far accoppiare il maiale ripescato con quelli dell’allevamento della colonia israeliana. Correndo molti rischi, l’allampanato Jafar inizia a scarrozzare avanti e indietro tra territorio palestinese e israeliano l’animale impuro che i due popoli disprezzano.

La commedia di Sylvain Estibal si basa sul complesso rapporto conflittuale tra israeliani e palestinesi, che si trovano uniti solamente nel disprezzo del povero maiale, unico personaggio, insieme a Jafaar, che risulta “neutro” e non di parte.

Le divertenti battute di questa commedia sono tutte basate sul conflitto tra le due popolazioni e su situazioni surreali e inverosimili, descritte e presentate, però, in un contesto reso molto reale e fedele alla situazione odierna nella striscia di Gaza.

Il regista francese Sylvain Estibal, che, proprio con questo film, vinse nel 2011 il premio Cesar per il miglior film d’esordio, riesce a raccontare una favola che nasconde e tratta grandi tematiche sia politiche che ideologiche con un pizzico di ironia, mostrandoci come tra palestinesi ed israeliani ci sarà sempre qualcosa per cui litigare. In questo film viene sottolineata e condannata, infatti, la totale assenza di comunicazioni tra le due fazioni nemiche, che né si comprendono né si ascoltano, ma continuano a battibeccare sia a parole che a fatti, tramite attentati di kamikaze.

“Un insolito naufrago nell’inquieto mare d’Oriente” (traduzione libera del laconico titolo originale “Le Cochon de Gaza”) è una commedia molto intelligente, che presenta lo spaccato quotidiano di molti palestinesi, costretti a vivere grazie agli aiuti dell’ONU, senza la possibilità di lavorare e di migliorare le proprie condizioni di vita. Il film lancia nel finale un messaggio di pace e di speranza.

“Palestina” e Israele, infatti, vengono presentati come due innamorati, due amanti non sempre sinceri tra loro, che finiscono di rovinare il loro rapporto a furia di litigi e colpe rinfacciate, ma che prima o poi, torneranno ad amarsi. 

E’ con la speranza in un mondo stanco di attentati e rappresaglie e più aperto alla pace e al dialogo che questo film si chiude, anche se sappiamo che, per risolvere questa delicata questione, servirà molto di più che la sola speranza.
Mentre questo film divertente e intelligente esce nelle sale italiane, infatti, corrono in tutto il mondo notizie e nuovi racconti di violenza tra palestinesi e israeliani, che una volta “offesi”, decidono subito di rispondere con la forza. 
Francesco Parisini

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