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Smaltimento sostenibile e più energia con pneumatici di fine uso

Anche l'Italia inizia a muoversi verso una nuova economia del riciclo, soprattutto grazie a iniziative di privati e associazioni no profit: sarebbero 347 milioni le tonnellate di CO2 risparmiate con l'utilizzo di gomma proveniente da pneumatici di fine uso.

Lo smaltimento dei rifiuti in generale, e quello dei rifiuti ingombranti in particolare, come elettrodomestici, mobili e pezzi di auto, è in Italia un problema che assume dimensioni sempre più preoccupanti e, di conseguenza, anche le ripercussioni sull’ambiente e sulla sua salvaguardia si ingigantiscono. Nei giorni scorsi il Presidente della Commissione di Controllo della provincia di Siena Lorenzo Russo, ad esempio, ha denunciato la presenza, da oltre 10 anni, di una vera e propria montagna di pneumatici usati nel comune di Rapolano. Una tale quantità di gomme abbandonate sul suolo lo inquinano, sciogliendosi al sole e rilasciando sostanze dannose nel terreno.
Insieme a un rinnovato interesse europeo e mondiale verso nuove soluzioni ecologiche di utilizzo dell’energia, nonché di smaltimento sostenibile dei rifiuti, anche l’Italia però inizia a muoversi, seppur lentamente, verso una nuova economia del riciclo, soprattutto grazie a iniziative di privati e associazioni non a scopo di lucro. Grazie ad esempio ad una recente iniziativa dell’associazione Marevivo in collaborazione con il consorzio EcoTyre, sono stati recuperati dai fondali marini e portati negli impianti di trattamento pneumatici fuori uso (leggi la notizia sulla campagna "PFU zero nelle isole minori”).

Un ruolo importante nel campo dello smaltimento e del riutilizzo degli PFU nella nostra penisola lo gioca Ecopneus, che ha presentato lo scorso 10 giugno il rapporto di Sostenibilità 2013 ad opera della Fondazione per lo sviluppo Sostenibile. Secondo questo rapporto sarebbero 347 milioni le tonnellate di CO2 risparmiate con l’utilizzo di gomma proveniente dagli PFU, rispetto a quelle prodotte con gomma vergine, 3,2 miliardi i kWh di energia, 1,3 i milioni di acqua, acciaio e altri componenti risparmiati nel processo di produzione di gomma vergine. Non soltanto quindi l’apporto dell’associazione ha liberato l’ambiente da oltre 41000 tonnellate di PFU abbandonati, ma ha anche aiutato significativamente a risparmiare energia nei processi produttivi, il tutto a proprie spese. Il direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta ha affermato il ritardo della nostra penisola in fatto di utilizzo della gomma da PFU, così come in un processo di recycling society alla base delle politiche europee ambientali, rispetto ad altri paesi. Dove in Germania e in Francia è infatti normale l’utilizzo di PFU principalmente per manti stradali e campi da calcio artificiali, in Italia i vincoli culturali e burocratici continuano a frenare la messa in atto di queste pratiche.

Dai rivenditori e dai consumatori arriva tuttavia un piccolo sostegno, l’eco tassa. Questa consiste più in un contributo che una vera e propria tassa, ovvero al momento dell’acquisto di un pneumatico o cerchione nuovo si rende trasparente il pagamento di un supplemento che aiuterà a snellire e rendere più semplici le procedure di smaltimento.

Famosi rivenditori online, come Tirendo, aderiscono a questa iniziativa (maggiori info su www.tirendo.it).

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