A poche ore dall’arrivo il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha disdetto la visita a Bergamo in Prefettura dove doveva incontrare cinque sindaci per parlare del tema sicurezza in Bergamasca e rispondere alle richieste degli amministratori.
Il ministro, esponente del Nuovo centrodestra, era atteso lunedì nel pomeriggio, ma in tarda mattinata ha annunciato che un impegno che ha causato l’annullamento della visita. Un cambio di programma che di per sè non comporterebbe gravi problemi se non fosse che il protocollo per la sicurezza era ormai stato avviato e che è rimasto attivo fino a sera.
Cosa vuol dire? Vuol dire che davanti al palazzo di Via Tasso per ore e ore sono rimasti in allerta più di quaranta tra agenti della polizia e carabinieri, con una sfilza di cellulari arrivati appositamente da Milano. Chi è passato nel pomeriggio nella zona tra Sentierone e via Tasso non ha potuto non notare il dispiegamento di forze. Un corposissimo servizio d’ordine organizzato per proteggere il ministro anche in vista di una manifestazione contro il raduno di Rovetta: così nel tardo pomeriggio davanti al palazzo del Governo erano più gli agenti in divisa dei manifestanti. Caso vuole che il ministero dell’Interno doveva essere a Bergamo proprio per parlare della carenza di organico delle forze dell’ordine. Sempre meno poliziotti e carabinieri in Bergamasca, ma a decine "sprecati" per proteggere un ministro che non è mai arrivato. Con buona pace delle tasche dei cittadini.
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