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Bergamo

Ubi, Banca Popolare: “Sull’inchiesta è urgente fare chiarezza”

L'associazione "Ubi, Banca Popolare" interviene in merito all'inchiesta in corso da parte della Procura di Bergamo sui vertici di Ubi Banca e chiede che si faccia chiarezza al più presto per il bene del gruppo bancario.

L’associazione "Ubi, Banca Popolare" interviene in merito all’inchiesta in corso da parte della Procura di Bergamo sui vertici di Ubi Banca e chiede che si faccia chiarezza al più presto per il bene del gruppo bancario.

Pubblichiamo il testo integrale dell’associazione:

"In questi giorni si sta scrivendo una delle pagine più brutte della centenaria storia della nostra banca. Mai, a memoria d’uomo, esponenti della banca sono stati ritenuti coinvolti in vicende tanto gravi che gettano discredito su un’istituzione gloriosa e feriscono l’orgoglio di migliaia di dipendenti, soci e clienti che credono che “fare banca per bene” non sia uno slogan inventato da qualche creativo dilettante bensì lo stile per secoli osservato (e non vanamente sbandierato) da chi in passato ha avuto l’onore e l’onere di guidare la banca.

L’aver messo in dubbio (ricordiamoci sempre che siamo nella fase processuale delle indagini e nessuno può essere ancora – e si spera mai – ritenuto colpevole di alcunchè) la correttezza dei comportamenti degli amministratori della banca paventandone il coinvolgimenti in reati di natura patrimoniale e, ancora più grave, di aver pilotato le nomine alle cariche societaria con accordi illeciti, ostacolando persino l’attività di controllo degli organi di vigilanza, ci lascia attoniti e amareggiati.

C’è solo da augurarsi che gli accertamenti della magistratura si concludano rapidamente e che, se colpe ci sono state, i responsabili vengano subito individuati e se colpevoli siano cacciati o se ne vadano spontaneamente, permettendo alla banca di recuperare la propria dignità. La nostra banca non può permettersi di essere sulla bocca di tutti per il sospetto di illeciti compiuti da qualche suo amministratore: c’è di mezzo la fiducia dei soci e dei clienti, l’orgoglio dei dipendenti, il bene di tanta gente che vive nei luoghi della banca.

A prescindere dagli esiti delle indagini giudiziarie in corso, da questa dolorosa vicenda possiamo già trarre un paio di insegnamenti per chi ha la responsabilità di amministrare un bene “pubblico”, sia esso una banca o una pubblica istituzione: il primo, fare affari con gli amici non è mai buona cosa.

Nella migliore delle ipotesi fa nascere dubbi che quegli affari rispondano appieno agli interessi della banca o dell’istituzione che si amministra; il secondo, stare alla larga dai centri di potere e dagli illustri personaggi che li rappresentano consente di evitare che il nome della banca si trovi proiettato sulle pagine di cronaca giudiziaria per presunti fatti che non riguardano la banca ma piuttosto, se verrà dimostrato, chi sulla banca ha proprie mire. Auguriamoci tutti che gli attuali amministratori o quelli che succederanno ad essi se questi dovessero lasciare il campo, imparino l’onerosa lezione che viene dalle vicende di questi giorni.

Associazione UBI Banca Popolare!

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