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L'inchiesta

Anche il bergamasco Morzenti tra gli indagati del caso Scajola-Matacena

Anche il bergamasco Giovanni Morzenti, ex presidente della Federazione italiana sport invernali, tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha portato in carcere l’ex ministro Claudio Scajola, accusato di «essersi adoperato per favorire la latitanza» dell’ex deputato di Forza Italia, l’armatore Amedeo Matacena.

Anche il bergamasco Giovanni Morzenti, ex presidente della Federazione italiana sport invernali, tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha portato in carcere l’ex ministro Claudio Scajola, accusato di «essersi adoperato per favorire la latitanza» dell’ex deputato di Forza Italia, l’armatore Amedeo Matacena.

I magistrati della Dda hanno iscritto infati nel registro degli indagati Giovanni Morzenti appunto, i fratelli Cecilia e Giorgio Fanfani (figli di Amintore), Maria Teresa Scajola (sorella di Claudio), Emo Danesi, Daniele Santucci (presidente dell’Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni e socio di Pier Carlo Scajola, figlio dell’ex ministro), Pierluigi Bartoloni e Giuseppe Speziali, il padre di Vincenzo, la persona cui si sarebbe rivolto Scajola per tentare di far arrivare in Libano il latitante Matacena.

Tutti sarebbero legati da vincoli d’amicizia e soprattutto d’affari sia con l’ex ministro che con Matacena. L’accusa per loro è quella di aver aiutato l’armatore reggino a sottrarsi alla cattura e rischiano una condanna da tre mesi a cinque anni.

L’ipotesi dei pm è che anche per affrontare queste vicende Scajola abbia messo a disposizione della moglie di Matacena il proprio «mondo di relazioni». Nel quale rientrano, tra gli altri, due personaggi seguiti e fotografati con lui in un pedinamento romano dell’11 febbraio scorso, prima di un incontro a Piazza di Spagna con Speziali. Si tratta di Daniele Santucci (socio in affari del figlio dell’ex ministro che la Dia ha verificato essere stato alle Seychelles ad agosto 2013, quando c’era pure Matacena, già latitante, prima di spostarsi a Dubai) e di Giovanni Morzenti, condannato per concussione nel febbraio 2013 e indagato nella recente inchiesta sullo Ior.

 

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