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L'operazione

“Ti presto io duemila euro” Rivuole il doppio, minaccia In manette per usura

La Squadra Mobile della Questura di Bergamo ha arrestato, lunedì sera, un 34enne italiano di origine rom per tentata estorsione e usura: dopo aver prestato 2mila euro al proprietario di un bar di Calcinate pretendeva la restituzione del doppio e, per avere i suoi soldi, era passato alle minacce e alla violenza fisica.

La difficoltà economica nella gestione della propria attività e un prestito da duemila euro dato dalla persona sbagliata si sono trasformati in un incubo per il proprietario di un bar di Calcinate: prima l’accordo che prevedeva la restituzione del doppio della somma prestata, poi le minacce personali e alla famiglia e la violenza fisica.

Un incubo finito nella serata di lunedì 12 maggio quando gli agenti della Squadra Mobile della Questura, guidati da Giorgio Grasso, hanno arrestato M.B., 34enne italiano di seconda generazione di origine rom, per tentata estorsione e usura.

Il tutto ha inizio verso la fine di marzo quando il proprietario di un bar di Calcinate, in difficoltà economica, accetta dall’arrestato, allora suo cliente, un prestito da 2mila euro e, in cambio, firma una cambiale da 4mila euro, sottoscrivendo anche una dichiarazione in cui affermava di aver ricevuto, a titolo di favore personale, la stessa somma.

Somma da saldare alla fine di aprile quando M.B. si presenta puntualmente a battere cassa: la vittima, però, quei soldi non li ha e chiede una proroga.

Nella mattinata di lunedì 12 maggio la scena si ripete ma questa volta nessun rinvio: vola qualche schiaffo e iniziano le minacce, di sequestro del figlio e di incendiare il bar. Poi l’ultimatum: “Alle 20 passo a prendere i miei soldi”.

È la scintilla che fa scattare la denuncia e dà il la all’operazione della Questura che, immediatamente, chiede all’autorità giudiziaria la possibilità di posizionare una cimice per le intercettazioni delle conversazioni all’interno del bar.

Alle 18 inizia l’appostamento e, alle 19.45, M.B. si presenta a bordo di una Porsche Panamera 4S: con gli agenti della Squadra Mobile già in ascolto l’arrestato minaccia il titolare del bar che non aveva la somma pattuita.

“Vedi di trovare i soldi perchè stanno arrivando gli altri”.

M.B. se ne va per poi tornare dieci minuti più tardi, con aria minacciosa, con un furgone: la vittima della tentata estorsione ribadisce di non avere i quattromila euro concordati e che, al massimo, avrebbe potuto restituirne 2.100.

M.B. perde le staffe e ricominciano le minacce alla famiglia e alla moglie: “E da domani di euro me ne devi 8mila”.

È la frase che convince gli agenti a fare irruzione nel bar e a far scattare le manette ai polsi di M.B., prima di spostarsi nella sua abitazione di Calcinate: nella perquisizione in casa gli uomini della Questura non trovano nulla di utile ma, una volta scesi in cantina, si apre un mondo.

Nonostante l’arrestato, a precisa domanda, avesse giurato di non avere una cassaforte gli agenti la trovano nascosta in cantina, con 9mila euro al suo interno: soldi per ora posti sotto sequestro in attesa di ulteriori indagini che accertino se siano o meno frutto di attività illecite.

Ma, oltre alla cassaforte, gli uomini della Squadra Mobile scovano panetti simili a quelli usati per lo spaccio di droga, pieni di riso, e buste “da mazzetta” riempite con fogli di giornale: M.B., ufficialmente commerciante d’auto e pregiudicato con precedenti per furti e rapine, sarebbe infatti specializzato in truffe.

Ora l’arrestato si trova nel carcere di via Gleno in attesa della convalida del Gip.

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