I candidati del’Italia dei Valori in Bergamasca hanno il dono dell’ubiquità. E’ l’unico modo per spiegare la presenza contemporanea di molti esponenti del partito di Di Pietro in liste di più Comuni al voto. Non un caso singolo, ma l’applicazione sistematica della clonazione nominale negli elenchi presentati a Bergamo, Seriate, Dalmine. Tre realtà complesse e diverse, ma con i medesimi candidati, evidentemente dotati di una passione civica sconfinata oppure (è più probabile) obbligati a fare numero.
Qualche esempio? In nove sono candidati sia a Bergamo che a Dalmine: Luigi Zampetti, Fantini Ylenia Sara, Pizzaballa Gabriele, Kazzou Nour Eddine, Secomandi Lucia, Testa Maria Grazia, Corna Luana, Brembilla Elisa, Santoro Giuseppe.
Sette invece sono candidati a Bergamo e a Seriate: Elena Arrigoni, Antonia Biamonte, Francesco Neri, Andrea Valsecchi, Ghisleni Anna Gloria, Valentina Grasso, Elena Messina.
Il tutto con buona pace dei candidati sindaci sostenuti nelle tre città: Giorgio Gori a Bergamo, Lorella Alessio a Dalmine e Stefania Pellicano a Seriate, tutti esponenti del centrosinistra. L’Italia dei Valori ci prova comunque, nonostante le difficoltà politiche attraversate negli ultimi mesi, e l’esplosione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che ha risucchiato migliaia di voti ai dipietristi. Succederà anche per le tre liste in lizza alle Amministrative? Di solito la competizione comunale è più legata alla persona rispetto che al partito. Un fattore che di certo non può aiutare i tanti candidati “doppi” sfoderati dall’Idv.
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